Home ScienzeBiologia Marina Condroitti e Osteitti sai come distinguerli? a cura di Martina Di Vincenzo

Condroitti e Osteitti sai come distinguerli? a cura di Martina Di Vincenzo

da D. De Stefano
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Ciao a tutti! Terminato il capitolo sui Mammiferi marini che vivono in Mediterraneo, oggi ne iniziamo uno nuovo, che riguarda i Pesci.
Come al solito, prima di inoltrarci nella conoscenza approfondita dei Pesci che popolano le nostre acque, introduciamo l’argomento elencando le caratteristiche generali di questo gruppo di animali.

I Pesci si suddividono in due grosse classi ben distinte: gli Osteitti (o pesci ossei) e i Condroitti (o pesci cartilaginei, che sono ulteriormente suddivisi in Squaloidei (gli squali veri e propri) e Batoidei (razze, torpedini, mante, aquile di mare ecc..)).
Vediamo quindi quali sono le differenze sostanziali tra queste due classi.
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  • Scheletro: la principale caratteristica dei Condroitti è la presenza di uno scheletro cartilagineo, mai ossificato e in parte calcificato; la natura cartilaginea dello scheletro non è indice di primitività, ma un adattamento secondario. Praticamente questi pesci hanno mantenuto questo tipo di scheletro in quanto il sostegno del corpo è possibile, in acqua, anche senza la presenza di uno scheletro più robusto in osso.
  • Numero di specie: in questo caso i pesci ossei la fanno da padrone, con circa 20.000 specie contro le poco più di 700 dei pesci Cartilaginei! In assoluto i pesci Ossei sono il gruppo di vertebrati più numeroso, ad es. i Mammiferi, in totale, sono poco più di 4.000 specie!
  • Dimensioni: il pesce più grosso che esista è lo squalo balena, che può raggiungere i 18 metri, ma esiste anche uno squalo di profondità che arriva al massimo a 10-15 cm, ma in generale le dimensioni dei pesci cartilaginei sono maggiori, le specie piccole sono meno numerose rispetto ai pesci ossei, che hanno sì specie grandi (tonni, pesci spada, pesci Luna…), ma che contano molte più specie di dimensioni medio-piccole.
  • Posizione della bozza: la maggior parte dei pesci ossei presenta una bocca terminale, cioè il muso termina in una bocca, che a volte può anche avere forme strane. I pesci cartilaginei hanno quasi sempre la bocca ventrale, cioè sotto il muso e non “in punta” di muso.
  • Forma della coda: i pesci ossei hanno la coda “omocerca”, cioè con due lobi di lunghezza uguale oppure uniti; i pesci cartilaginei hanno una coda “eterocerca”, con il lobo superiore più lungo: tale forma è stata evoluta per controbilanciare la spinta verso l’alto delle pinne pettorali, che nei pesci cartilaginei sono grandi e abbastanza rigide.
  • Pelle: se accarezzate uno squalo (!) attenti a non farlo dalla coda alla testa, vi graffiereste: la pelle dei pesci cartilaginei è ricoperta di dentelli ricurvi, fatti di polpa, dentina e smalto, proprio come i denti che hanno in bocca. I pesci ossei hanno invece scaglie ossee ricoperte di pelle, più o meno sviluppate e ruvide a secondo delle specie.
  • Colore: pochi altri vertebrati possono competere con i colori sgargianti dei pesci ossei, soprattutto di quelli tropicali. I pesci cartilaginei, invece, sono per lo più scuri, qualcuno (soprattutto di fondo) ha macchie e disegni, ma i colori vanno quasi sempre dal marrone al beige, al blu: niente a che vedere con le magnifiche livree dei pesci ossei.
  • Denti: i pesci cartilaginei hanno denti non infissi nelle arcate mandibolari, ma attaccati alle gengive, e per questo possono essere persi e sostituiti per tutta la vita (squali), oppure hanno placche dentali (tipica caratteristica dei Batoidei). I pesci ossei hanno denti di varia foggia e attaccati alle arcate mandibolari.
  • Organi di senso: tutti i pesci possiedono la “linea laterale”, un organo che si estende sui fianchi e sulla testa, composto da tanti buchini che collegano l’esterno con un nervo interno, che “legge” le informazioni portate dall’acqua: salinità, temperatura, sostanze disciolte, etc…, ma i pesci Cartilaginei possiedono anche le Ampolle del Lorenzini, un organo in grado di captare i campi elettromagnetici, che permette a questi animali di accorgersi della presenza della preda anche al buio, sotto la sabbia o in acque con scarsa visibilità, oltre a poter leggere le correnti marine. Inoltre gli squali hanno udito, olfatto e vista molto più sviluppati rispetto ai pesci ossei.
  • Vescica natatoria: è un organo che possiedono quasi tutti i pesci ossei (tranne quelli legati al fondo), che si riempie di gas e che permette al pesce di galleggiare facilmente mantenendo un assetto neutro, cioè di stare fermi alla profondità voluta senza il minimo sforzo (per chi fosse un subacqueo, coincide esattamente con il vostro Gav!). Questo organo manca completamente nei pesci Cartilaginei, anche nei grossi squali pelagici e forti nuotatori, ed è per questo che i pesci cartilaginei devono continuare a nuotare se vogliono restare staccati dal fondo: senza vescica natatoria, se non si muovono “affondano”.
  • Riproduzione: i pesci ossei hanno una fecondazione esterna, e depongono migliaia o milioni di uova da cui schiudono larve che vengono quasi sempre abbandonate al loro destino. I pesci cartilaginei hanno una fecondazione interna (i maschi sono dotati di pinne modificate che trasportano lo sperma nel corpo della femmina), e quindi hanno un accoppiamento vero e proprio. Grazie a queste pinne anali modificate, più allungate, è possibile distinguere il maschio dalla femmina, cosa impossibile nei pesci ossei dove le pinne sono identiche nei due sessi (solo in alcune specie, a volte, si ha colorazione diversa nei due sessi).
    Alcuni pesci cartilaginei depongono uova grandi di cheratina, attaccate alle gorgonie, da cui schiudono dei piccoli completamente formati; ma la stragrande maggioranza dei Condroitti partorisce i piccoli, cioè la madre tiene i figli nel suo corpo e li partorisce quando ormai sono completamente formati ed autonomi.
  • Opercolo branchiale: i pesci ossei hanno un opercolo, cioè un osso ai lati del capo che copre la camera branchiale; i pesci cartilaginei hanno invece 5 fessure branchiali ai lati della testa, e nessuna traccia di opercolo.

Dalla settimana prossima, inizieremo a occuparci delle singole specie, cercando di trattarne il maggior numero possibile. Mi soffermerò soprattutto su quelle che più facilmente possiamo incontrare durante le nostre immersioni (o al mercato ittico!), anche perché essendo molto numerose il rischio di “dimenticarne” qualcuna c’è! Al prossimo articolo e mi raccomando, ora che arriva la bella stagione, cominciate ad andare al mare e a mettere in pratica le conoscenze fin qui acquisite! 

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