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La Balenottera comune (Balaenoptera physalus).

da D. De Stefano
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La Balenottera comune appartiene all’Ordine Cetacea, Sottordine Mysticeti, Famiglia Balaenopteridae. I Misticeti sono i Cetacei che presentano come caratteristica principale l’assenza dei denti, sostituiti dai fanoni, cioè lamine cornee simili a setole. L’etimologia del nome scientifico è utile per comprenderne altre: dal latino Balaena (a sua volta derivato dal greco Phalaina, balena) e dal greco pteron (=ala o pinna) a indicare la presenza di una pinna dorsale.
 Physalus: dal greco physalos(derivazione del verbo physao, soffiare) utilizzato certamente in riferimento alla vistosa e rumorosa caratteristica del soffio.

 

La Balenottera comune, dopo la Balenottera azzurra (peraltro mai

osservata in Mediterraneo), è il più grande animale di cui si abbia notizia sul pianeta: nei Misticeti la femmina appare sempre leggermente più grande del maschio e in questo caso raggiunge i 24 m di lunghezza massima per un peso di circa 75 tonnellate (nei mari australi la lunghezza raggiunge i 27 m per circa 80 tonnellate). Tanto per darvi un’idea, possiede polmoni grandi quanto la carrozza di un Intercity e un cuore grande quanto un SUV.

Le forme estremamente idrodinamiche fanno di questa specie una macchina perfetta per le lunghe navigazioni oceaniche con il minimo impiego di energia.

Il capo è cuneiforme e termina nella protuberanza dello sfiatatoio, che è doppio; il corpo è affusolato nella porzione centrale e compresso lateralmente; la pinna dorsale ha una forma variabile da individuo a individuo, alta fino a 60 cm, spesso inclinata all’indietro oltre i 45°, è situata circa all’inizio del terzo posteriore. La coda possente è larga circa quanto il 20-25% della lunghezza totale; le pinne pettorali sono piuttosto piccole mentre i fanoni, di forma triangolare, sono lunghi al massimo 90 cm e larghi 30 (da 260 a 480 per emimascella). La colorazione è grigio ardesia sul dorso e bianco sul ventre. Presenta asimettria nella pigmentazione del capo: la regione mandibolare destra è bianca, mentre quella di sinistra è grigio ardesia (i fanoni rispecchiano questa asimmetria).

La superficie ventrale delle pinne pettorali e della coda è bianca. La livrea grigia del dorso, raramente uniforme, presenta spesso sfumature di diversa tonalità la cui forma è caratteristica unica dell’individuo, per questo può essere utilizzata per l’identificazione. Nonostante il doppio sfiatatoio tipico dei Misticeti, il soffio è unico: un pennacchio spesso a forma di cono rovesciato alto fino a 6 metri.

Le Balenottere comuni sono forse le più veloci tra i Misticeti poiché all’occorrenza possono superare i 20 nodi (quanto una nave da crociera!). Come tutti i Cetacei, alterna momenti di nuoto di superficie con momenti di immersione, che dura dai 5 ai 15 minuti. La coda non viene quasi mai sollevata fuori dall’acqua ed è raro vederle saltare quasi interamente fuori.

Per quanto riguarda la riproduzione, il concepimento avviene in inverno ; dopo un’estate passata in acque fredde per alimentarsi e fare scorta di riserve energetiche, la futura madre torna al caldo, sul luogo dell’accoppiamento e partorisce dopo circa 11-12 mesi di gestazione. Lo svezzamento si ha intorno ai 6 mesi: i piccoli crescono al ritmo vertiginoso di 60 kg di peso e 3 cm di lunghezza al GIORNO!

Possiedono una dieta molto varia, ma le componenti principali sono Eufasiacei (Crostacei planctonici noti col nome di krill), pesci e piccoli Cefalopodi e si ritiene che possano vivere fino a 100 anni. Nei mari italiani la Balenottera comune è stata osservata in zone dove la profondità media era superiore ai 2200 m, a una distanza di circa 44 km dalla costa (anche se non è raro avvistarla in acque costiere o addirittura in baie e canali tra isole). É particolarmente frequente in estate nel Mar Ligure occidentale, nel Mar di Corsica e nella porzione settentrionale del Mar di Sardegna. É presente, ma meno frequente, nel Tirreno e nello Ionio. Con l’eccezione di alcuni casi, in cui sono state attaccate dalle Orche, la grande mole delle Balenottere comuni sembra metterle a riparo dal fastidio della predazione.

Eppure, questa stessa mole, può giocare a sfavore nel caso delle collisioni con navi e traghetti, una causa di mortalità molto comune nei mari italiani. Il repertorio acustico delle Balenottere comuni è costituito da vocalizzazioni quasi tutte di frequenza talmente bassa da risultare inudibili per l’uomo. Al momento attuale, grazie alla moratoria indetta dalla IWC, la Balenottera comune non viene cacciata, ma è stata oggetto di caccia nel XX secolo e la sua consistenza è così bassa che nel Red Data Book dell’IUCN la specie è comunque elencata nella categoria Endagered(minacciata).

 

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