Ciao a tutti! Lasciamo da parte per qualche giorno i Pesci e iniziamo un argomento diverso, che ci servirà per capire bene lo scopo del nostro nuovo progetto di monitoraggio dei fondali di Ercolano.
Come sappiamo, gli organismi marini possono essere divisi in 2 grandi gruppi: il Benthos e il Pelagos ( a sua volta distinto in Plancton e Necton).
Gli organismi bentonici sono quelli che contraggono rapporti con il fondo; l’insieme dei fondi costituisce pertanto l’ambiente di vita del benthos, cioè il dominio bentonico. Si deve rilevare che i rapporti col fondo sono più o meno stretti e più o meno costanti, pertanto i limiti fra dominio bentonico e dominio pelagico non sono netti. Il benthos è condizionato nei suoi aspetti morfologici, fisiologici ed ecologici dalle caratteristiche del substrato, cioè dai cosiddetti fattori edafici.
Inoltre, in rapporto al substrato, anche altri fattori chimico-fisici presentano un comportamento particolare: risultano specialmente condizionati la luce, l’idrodinamismo, il contenuto in sali minerali, l’ossigeno, le sostanze nutritive. Infine, è importante considerare, per comprendere i particolari adattamenti degli organismi bentonici, che i costituenti del benthos, anche se mobili, hanno scarsa capacità di movimento e quindi sono soggetti a sopportare le variazioni microclimatiche senza potervisi sottrarre con spostamenti. Il substrato presenta una considerevole varietà di aspetti: può essere duro, cioè formato da roccia, scogli, pali, moli, imbarcazioni, oppure molle, come la sabbia e il fango. In base alla tipologia di substrato, le comunità bentoniche che si andranno a sviluppare saranno differenti. Inoltre, tali organismi saranno condizionati nella loro distribuzione dalla latitudine e dalle profondità. L’influenza della latitudine si esplica principalmente in rapporto alle differenti zone climatiche e dipende in primo luogo dalla temperatura (nel complesso la fauna bentonica dei mari tropicali è molto più ricca rispetto a quella dei mari temperati o freddi). Per quanto riguarda la profondità invece, questa è di fondamentale importanza nello sviluppo delle comunità bentoniche, in quanto determina la variazione di diversi fattori, come la luce: gli animali e i vegetali si distinguono infatti in sciafili (si sviluppano al buio) e fotofili (amano la luce) e inoltre bisogna considerare che a profondità superiori ai 200 m la penetrazione della luce è pressoché nulla, la vita vegetale è impossibile e questo influenza a sua volta l’ecosistema marino nella sua totalità. La profondità è legata anche alla natura del fondo, che nella fascia litorale può essere roccioso e nella platea continentale invece è di solito fangoso. Anche l’idrodinamismo è influenzato dalla profondità: nella zona superficiale è sicuramente più intenso, soprattutto a causa delle maree e del moto ondoso, mentre in profondità i movimenti delle acque sono dovuti esclusivamente alle correnti. Inoltre, la stessa temperatura è influenzata dalla profondità: infatti decresce man mano che aumenta la profondità.
Gli organismi bentonici si dividono fitobenthos, a cui si ascrivono i vegetali (e talora alcuni batteri, come i cianobatteri) e zoobenthos, che comprende gli animali. I vegetaòli che costituiscono il fitobenthos sono rappresentati dai grandi gruppi delle alghe pluricellulari (clorofite, feofite, rodofite ecc), oltre ad alghe unicellulari (invisibili a occhio nudo). Importantissime sono le zoosteracee, un gruppo di piante affine alle graminacee che costituiscono le grandi praterie di Posidonia, Zostera e Cymodocea. Abbondanti sono i cianobatteri (invisibili anche questi a occhio nudo). Gli animali che costituiscono lo zoobenthoso sono rappresentati da tutti i phyla, ad eccezione degli onicofori.
Come abbiamo detto, poiché gli organismi bentonici rimangono legati al substrato, essi posso essere utilizzati come indicatori biologici, cioè per comprendere quali siano le caratteristiche delle acque e dei fondali in cui essi si sono sviluppati.
Scopo del progetto “monitoraggio fondali”
Lo scopo del nostro progetto è capire appunto, attraverso rilievi fotografici, quali comunità bentoniche troviamo sui nostri fondali e, attraverso lo studio delle loro caratteristiche, risalire alle peculiarità delle nostre acque. Se le acque saranno molto inquinate, presumibilmente troveremo organismi che si adattano facilmente a condizioni “estreme”. In prossimità di scarichi fognari e zone estuarine, ad esempio, ci aspettiamo di trovare organismi eurialini (che sopportano variazioni di salinità) e forse euritermi (che sopportano variazioni di temperatura).
La settimana prossima amplieremo il discorso sull’inquinamento marino, spiegheremo più dettagliatamente il tipo di studio che ci proponiamo di fare e cercheremo di capire quali organismi prendere in considerazione. A difesa del nostro mare!!!
A Cura di Dott.sa Martina Di Vincenzo
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2 commenti
servono più informazioni : quali fondali sono coinvolti, la loro profondità, come si fa ad aderire al progetto, etc.
Massimiliano De Martino/Benthos Studios/TM
ciao Massimiliano, grazie il tuo manifestato interesse
i fondali coinvolti sono le aree prospicienti il molo "la Favorita di Ercolano"
profondità 3-4 metri, se vuoi aderire al progetto ti consigliamo di contattarci sulla nostra pagina ufficiale di Facebook, tramite messaggio privato potremo essere piu precisi e dare ulteriori informazioni utili. Continua a seguirci, rimaniamo a tua disposizione. Saluti Davide De Stefano