dopo atroci sofferenze, oppure viene loro reciso il midollo spinale, infilando un arpione pesante in un punto subito dietro lo sfiatatoio (la sofferenza, prima della morte liberatoria, dura anche mezz’ora). Durante questo periodo, l’acqua della Baia è costantemente colorata di rosso e l’aria è impregnata dell’odore di sangue, dolore e morte.
Questa strage annuale era praticamente sconosciuta fino al 2003, quando Sea Shepherd (tenete a mente questo nome, perché vi parlerò prossimamente di questa Organizzazione no-profit), documentò di nascosto con filmati e fotografie l’orrore che il Giappone si impegnava con ardore ad occultare. Nello stesso anno, due attivisti, furono arrestati e tenuti in carcere 4 settimane perché accusati di aver liberato dalle reti 15 delfini. La voglia di rendere partecipe l’opinione pubblica di quanto accadeva (e accade) in questi luoghi, rese possibile nel 2009 la realizzazione del film “The Cove”, un documentario diretto dal fotografo e regista Louie Psihoyos, che vinse l’Oscar per la categoria il 7 marzo 2010. Il documentario, censurato in Giappone, fu il fruttodi una lavoro segreto durato ben 5 anni, ed oltre a denunciare i metodi di caccia utilizzati, fornisce anche indicazioni riguardo alla quantità di mercurio contenuta nella carne dei cetacei (quantità che in poco tempo possono portare all’avvelenamento di coloro che consumano la carne stessa).
Davide De Stefano è attivista presso l’associazione Fondalicampania Aps, dove riveste il ruolo di Presidente. “Passione e competenza sono la base di un percorso associativo sano e produttivo. Dedicare parte del nostro tempo alla cura del bene comune è fondamentale per promuovere una crescita collettiva e tutelare la nostra salute. Il rispetto delle idee altrui nasce dalla consapevolezza che apparteniamo tutti a un’unica grande Tribù Globale. Cooperare, dunque, è uno strumento essenziale per proteggere l’ecosistema di cui facciamo parte.”




