Home Tutela Ambientale L’Islanda autorizza l’uccisione di 128 balene, il Ministro Gunnarsdóttir: “Devo rispettare la legge”

L’Islanda autorizza l’uccisione di 128 balene, il Ministro Gunnarsdóttir: “Devo rispettare la legge”

da Simone Cerciello
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Islanda-Cetacei-caccia

Sembrava un incubo destinato a finire e invece, quanto registrato nel giugno del 2023, era solo una “pausa” momentanea dalla pratica. Dal 11 giugno di quest’anno infatti, l’Islanda ha autorizzato ufficialmente, e per l’ennesimo anno, la Hvalur Hf, l’ultima baleniera rimasta, ad effettuare la caccia alla balena, scatenando l’indignazione di ecologisti e opinione pubblica. I dati in riferimento alla domanda bassissima, i guadagni ormai irrisori e le modalità al quanto discutibili, rendono la pratica ormai anacronistica, eppure il Paese, così come Norvegia e Giappone, non sembra intenzionato a fermarla.

Perché la sospensione del 2023?

L’ordinanza di sospensione di questa pratica, registrata l’anno scorso, e durata solo due mesi, era arrivata a seguito di un rapporto governativo che riteneva i metodi utilizzati per la caccia non in regola con le leggi che rispettavano il benessere degli animali. Nello specifico, la pratica era finita sotto inchiesta in quanto la morte del cetaceo risulterebbe piuttosto lenta, nonché naturalmente ingiustificata, con tempistiche che possono arrivare anche ad ore di agonia. Secondo quanto riportato da associazioni ambientaliste come la Humane Society International, i cacciatori, per ovviare a tale “problema”, avrebbero deciso di aggiungere, al già largamente utilizzato arpione, una carica esplosiva pronta ad innescarsi nel momento del contatto.  Altra metodologia che, non solo non rappresenta un deterrente, ma che addirittura, come confermato dalle autorità islandesi, non fa altro che aumentare il grado di sofferenza di questi mammiferi.

Il 2024 si macchia ancora di sangue in Islanda

L’11 giugno scorso, come già detto, il Paese ha però deciso di autorizzare un’ennesima sessione di mattanza, riducendo il numero di cetacei autorizzati a “soli” 128 (l’anno scorso ne erano 161).  Secondo il sito ufficiale del governo, questa flessione dei numeri è nata per “rientrare nei limiti dei consulenti dell’Agenzia norvegese per la ricerca marittima del 2017“.  Lo stesso ministro dell’Alimentazione del paese, Bjarkey Olsen Gunnarsdóttir, ha commentato così la decisione paradossalmente da lei avallata: “La conferma della caccia alla balena non corrisponde necessariamente alle mie opinioni personali, ma devo rispettare leggi e regolamenti islandesi“. Operando di fatto il più classico del “me ne lavo le mani”.

Cosa ne pensa l’opinione pubblica?

Una scelta ormai ufficiale ma che, come prevedibile, ha scatenato l’indignazione dell’opinione pubblica. “Questa decisione avrebbe potuto rappresentare un punto di svolta cruciale per la caccia alle balene in Islanda. Il divieto di questa pratica orribile e obsoleta è atteso da tempo, con i sostenitori dei diritti degli animali e gli ambientalisti che chiedono la fine della caccia alle balene da molti anni. Esortiamo il governo a riconsiderare e dare priorità alla conservazione dei nostri oceani e della vita marina“.

Questa la posizione della World Cetacean Alliance (Wca), mentre Patrick Ramage, direttore del Fondo internazionale per il benessere degli animali (IFAW), ha aggiunto: “Il mondo osserva l’Islanda, aspettando che il suo governo metta fine alla caccia alle balene una volta per tutte. È difficile capire come e perché sia ​​stato dato il via libera a questa decisione“.  Queste sono solo un estratto delle tantissime voci di dissenso che si registrano in merito alla decisione, alcune provengono anche dal mondo dello spettacolo ad esempio (vedi Leonardo Di Caprio), ma sperare in un cambio di tendenza, almeno per il momento, sembra difficilmente pronosticabile.

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