Home Tutela Ambientale Cop26 “Il mare è scomparso?!”, triste storia di un occasione sprecata

Cop26 “Il mare è scomparso?!”, triste storia di un occasione sprecata

da Davide De Stefano
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Il Mare è scomparso ! ne danno il triste annuncio i principali leader mondiali che le scorse settimane si sono riuniti a Glasgow per la Cop26.

Se un alieno visitasse il nostro pianeta, probabilmente si chiederebbe : “Come mai un corpo celeste la cui superficie ,  è costituita dal 73% di acqua , si chiami Terra?”

Ora, poniamo sempre che , il nostro amico extraterrestre voglia trovare una risposta a questa domanda e animato da una forte curiosità, si spinga fino a Glasgow dove ; “tutti gli uomini e le donne più’ potenti del pianeta Terra, si sono riuniti allo scopo di salvare il pianeta da una catastrofe climatica”.

Malgrado l’ audacia , si renderà presto conto che la sua domanda non troverà risposta, almeno non in quel luogo, in quanto la tutela del mare è stata scarsamente considerata, come se non fosse parte essenziale per la vita di questo pianeta.

Ora, usciamo da questo viaggio immaginario e torniamo con i piedi per terra, per raccontare quanto accaduto durante le due settimane di Glasgow.

Perché i potenti del mondo, non hanno dedicato la giusta attenzione alla tutela del Mare?

La dottoressa Francesca Santoro , specialista dell’intergovermental Oceanogrphic Commission dell’Unesco è anche la promotrice l “Decennio del Mare”, un programma ONU per sostenere la ricerca oceanografica a livello globale.

La dottoressa Santoro, secondo quanto riporta www.wirewd.it , spiacevolmente meravigliata dalla scarsa attenzione della Cop26 verso gli oceani dichiara  : ” Devo dire che, negli ultimi anni si è intravisto qualche segnale positivo, ma raramente a livello di negoziati” poi aggiunge “si tratta di azioni che stanno a cuore soprattutto alle piccole isole legate alle acque da un rapporto vitale.” poi aggiunge “Tra il 50 e l 80 per cento dell’ossigeno che respiriamo deriva dal mare. Nel 2020 si è parlato di piantare mille miliardi di alberi per decarbonizzare, il che è un segnale positivo, tuttavia le piante marine sono molto più’ efficienti da questo punto di vista ma la tematica non gode della giusta considerazione”.

Blue Carbon

La capacita degli organismi fitoplanctonici ( piccole alghe che trattengono CO2 e rilasciano ossigeno), potrebbero diventare na delle nuove frontiere per la lotta contro il cambiamento climatico. 

Purtroppo la tutela del mare non ha goduto della giusta considerazione e pure si tratta di un elemento che compre oltre il 70% del nostro pianeta, influisce direttamente sulla qualità delle piogge che rendono fertili i campi coltivabili, determina la temperatura dell’aria e ha un grande impatto sulla distribuzione del calore Terrestre.

L’UNESCO promuove “SAVE THE WAVE”

Nel mese di gennaio del 2022 , verrà lanciata una piattaforma digitale che monitora i comportamenti degli iscritti e promuove di compensarli con azioni dirette a ricostituire l’ecosistema marino.

La piattaforma, finanziata dall’UNESCO, consentirà agli utenti di partecipare a progetti pilota per la ripiantumazione della Posidonia Oceanica .

I flussi di denaro necessari alla realizzazione del progetti, verranno seguiti dall’inizio fino ala fine, tramite un registro condiviso e immodificabile, per garantire che il processo si svolga in maniera trasparente.

Riflessioni sul prossimo futuro

In definitiva, pare che stia maturando un crescente interesse verso la questione ambientale e in particolare si apre con concretezza alla possibilità di investire in nuovi progetti per la salvaguardia del mare.

Qualunque iniziativa intrapresa per la tutela degli oceani, dovrebbe comunque essere adeguatamente supportata dai governi di tutto il mondo e ad oggi , malgrado la Cop26, non si è ancora vicini a questo obbiettivo.

Resta comunque l’amaro in bocca, perché non capita spesso che le figure istituzionali più potenti del mondo, si riuniscano  a favore dell’ambiente.

Ci auguriamo che presto si ritrovi quel “Mare scomparso” dalle piu’ importanti agende istituzionali, e che si possa ragionare su un futuro che punti sulla valorizzazione della risorsa marina.

 

 

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