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Il vermocane: l’invasore che è sempre stato qui

Può sembrare un invasore alieno, in realtà il vermocane viene dai nostri mari ed è sempre stato qui.

da Elisabetta Rota
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invasione vermocane

Dopo il granchio blu, ecco che arriva un nuovo invasore alla conquista dei mari del Sud. In particolare, del Mediterraneo.

O almeno, questo è ciò che dicono i giornali in merito all’invasione del vermocane; scientificamente conosciuto come Hermodice carunculata. Una specie che effettivamente è invasiva ma che, al contrario di quanto pensano in molti, non è aliena o alloctona. Il vermocane è sempre stato qui nei nostri mari, è un essere autoctono!

Per saperne di più sulla questione e per evitare informazioni fuorvianti abbiamo interpellato l’esperto Fabio Russo, biologo e fotografo marino. Quest’ultimo si è interessato in prima persona alla presenza e all’impatto del vermocane nella penisola sorrentina, oltre a far parte di un progetto nazionale sulla presenza del vermocane in Italia (Worms Out), al quale partecipano anche l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale e tante altre Istituzioni rinomate.

L’origine del vermocane

Il primo avvistamento del vermocane in Italia risale al periodo che va tra il 2013 e il 2019, e secondo il biologo Russo, è sempre stato qui. «Il vermocane arriva dai mari del Sud. È una specie termofila, per questo si sta spostando, perché segue il riscaldamento delle acque. Questo evento si chiama meridionalizzazione, le specie adattate a vivere nelle acque calde del Sud si spostano verso Nord in base alle correnti. È invasiva perché dove era già presente sta aumentando e dove era raro avvistarlo come ad esempio a Napoli, ha incrementato la sua presenza. Inoltre, ci sono vari avvistamenti anche dove non era mai stato presente prima, come in Sardegna». Tuttavia, non è un fenomeno propriamente recente, esiste infatti, una pagina chiamata “Monitoraggio Vermocane” dove è possibile prendere nota di tutte le segnalazioni avvenute dal 2023.

Le conseguenze dell’invasione del vermocane

L’aumento di determinate specie può sempre comportare delle implicazioni ecosistemiche. Nel caso del vermocane il problema è dato dalla sua “fame”. «Questa specie è saprofaga, dunque si nutre di cadaveri, ma in caso di necessità mangia quasi tutto. Divora i molluschi ed è corallofaga, ciò significa che è capace di mangiare anche coralli, gorgonie e madreporee. L’impatto si vedrà col passare del tempo in quanto prevediamo che aumenterà sempre di più».

L’impatto sull’uomo

La Hermodice carunculata è una specie che possiede delle setole urticanti, dunque, è bene per l’uomo fare attenzione. Tuttavia, non si tratta di un essere pericoloso. «In caso di puntura da vermocane, se bruciore e fastidio rimangono localizzati, si possono rimuovere le setole con una pinzetta. Altrimenti, a pelle asciutta, può essere utilizzato del nastro adesivo; come se fosse una ceretta. In caso di complicazioni, però, è bene recarsi da un medico e specificare l’accaduto». Le setole del vermocane, infatti, si infilano sotto la pelle e rilascino tossine e veleni, che seppur leggere per l’uomo possono risultare insidiose per i più sensibili. «Inoltre, non è ancora sicuro, ma sembra che l’acqua calda disattivi in parte le tossine alleviando il fastidio».

a cura di Elisabetta Rota

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