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No alle microplastiche: La Commissione Europea prende provvedimenti

La Commissione Europea prende un nuovo deciso provvedimento contro le microplastiche aggiunte intenzionalmente.

da D. De Stefano
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di Greta Concetta Bandiera

Come si legge dal comunicato stampa del 23 Settembre 2023

(https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_23_4581), la Commissione Europea applica nuove restrizioni sulle microplastiche aggiunte intenzionalmente.

Cosa sono le microplastiche?

Le microplastiche “sono particelle di plastica solide composte da miscele di polimeri e additivi funzionali. Possono anche contenere impurezze residue.

Come si legge dal sito dell’ECHA, la European Chemical Agency. Esse solitamente non superano i 5 mm di dimensioni, e possono formarsi per degradazione chimico-fisica di oggetti in plastica più grandi, come pneumatici e scarpe che si consumano sull’asfalto, o bicchieri e bottiglie di plastica rimasti a contatto con l’acqua per molto tempo.

Le microplastiche aggiunte intenzionalmente sono, invece, parte integrante di alcuni prodotti; ne sono un esempio le microsfere presenti in certi scrub per il viso e per il corpo, i glitter nei cosmetici, o il materiale granulare utilizzato sulle superfici sportive artificiali (quest’ultimo è la principale fonte di microplastiche aggiunte disperse nell’ambiente).

In cosa consiste?

Il provvedimento della Commissione consiste nell’abolizione delle microplastiche aggiunte intenzionalmente dai tipi di prodotti descritti in precedenza.

Per i cosmetici contenenti micrograni per l’esfoliazione, ad esempio, il ban sarà immediato; per cosmetici di altro tipo, si avranno a disposizione 4-12 anni per poterne modificare la formula.

Non sono toccati dal provvedimento prodotti utilizzati in siti industriali oche contengono, ma non rilasciano microplastiche durante il loro utilizzo. I fabbricanti dovranno comunque fornire istruzioni su come smaltirli correttamente.

Perché limitare le microplastiche?

Poiché sono così piccoli, questi granelli (o fibre) di materiale plastico possono essere inavvertitamente ingeriti da organismi acquatici e terrestri, entrando così nella catena alimentare, fino ad arrivare anche all’uomo. Poiché è un problema che sta dimostrando la sua pericolosità relativamente da poco, i dati disponibili non sono ancora moltissimi, ma studi scientifici hanno dimostrato che accumuli di microplastiche ingerite attraverso il cibo possono potenzialmente provocare danni all’intestino, all’apparato respiratorio e al sistema nervoso.

Non bisogna, tuttavia, farsi prendere dall’allarmismo; ciò che il singolo cittadino può fare è informarsi in materia, in modo da effettuare una spesa intelligente e una lettura critica delle etichette, preferendo prodotti a basso impatto ambientale e a ridotto, se non nullo, contenuto di plastica.

articolo a cura di Greta Concetta Bandiera

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