Home ScienzeBiologia Marina Lo Squalo Mako (Isurus oxyrinchus) . A cura di Martina Di Vincenzo

Lo Squalo Mako (Isurus oxyrinchus) . A cura di Martina Di Vincenzo

da D. De Stefano
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Lo Squalo Mako è uno squalo appartenente alla famiglia Lamnidae. È distribuito in tutti  i mari con temperature superiori a 16°C, nel Mar Mediterraneo è presente, ma non comune. Il Mako è una perfetta “macchina idrodinamica”: possiede una pinna una pinna caudale quasi simmetrica (caratteristica tipica dei lamnidi), pinne pettorali piccole per diminuire l’attrito, pinna dorsale rigida per stabilizzare l’assetto, corpo cilindrico con scanalature per un’andatura filante, naso appuntito per fendere meglio l’acqua, fessure branchiali ampie per trattenere meglio l’ossigeno e sangue caldo per aumentare potenza e resistenza. 

Imprevedibile negli attacchi, sfrutta la sua accelerazione bruciante per catturare tonni, marlin, pesci spada e pesce azzurro. È una delle specie che, come lo Squalo Bianco, è in grado di effettuare breaching, ovvero di saltare fuori dall’acqua, anche ben oltre la lunghezza del suo corpo: nel caso specifico, può elevarsi fino a 6 metri oltre la superficie. È in grado di percorrere molti chilometri in breve tempo: celebre è il caso di un esemplare che ha percorso 2128 km in 37 giorni.
Come già accennato, lo Squalo Mako è dotato di grande potenza e resistenza. La forma dei denti è triangolare, con la punta leggermente obliqua ed i bordi lisci e taglienti, perfetti per azzannare e smembrare grosse porzioni di carne. Le dimensioni completano il potenziale aggressivo, infatti presenta una lunghezza media di 2,5 m, fino ad un massimo di 4 metri per un peso totale di oltre 500 kg.
Questo Squalo rientra tra i 5 potenzialmente più pericolosi del mondo, insieme con lo Squalo Bianco, lo Squalo Tigre, lo Squalo Leuca e lo Squalo Longimano, essendosi reso responsabile di alcuni attacchi non provocati all’uomo. L’uomo tuttavia, come abbiamo spesso ripetuto, non è considerato una preda naturale di questi grandi predatori, che dopo un paio di morsi di “prova”, lasciano libera la vittima.
Anche lo Squalo Mako ha sviluppato un meccanismo di “regolazione del calore” che gli consente di mantenere la temperatura corporea sempre 4 – 5 gradi superiore a quella dell’acqua che lo circonda (fino a 10 gradi per quanto riguarda la muscolatura interna). Questo meccanismo, conosciuto con il nome di “rete mirabile”, oltre a consentire un migliore adattamento alle temperature esterne, consente una veloce digestione, e così l’animale ha subito a disposizione una grande quantità di energia.
La maturità sessuale viene aggiunta dai maschi intorno ai 7-9 anni e dalle femmine intorno ai 18-21 anni. La riproduzione è vivipara aplacentata (gli embrioni si sviluppano nel corpo materno e la femmina dà alla luce piccoli già completamente formati. La mancanza di placenta è sottintesa, dato che questa è tipica solo dei Mammiferi) , con probabili fenomeni di oofagia (gli embrioni formati si nutrono delle uova non fecondate), ed i piccoli alla nascita hanno dimensioni comprese tra i 60 e i 70 cm.

Nel Red Data Book dello IUCN lo Squalo Mako è classificato come specie Vulnerabile. L’intensa caccia dovuta al finning (per prelevarne le pinne a scopi alimentari) e la pesca sportiva (è un trofeo ambitissimo) ne stanno compromettendo seriamente la popolazione. Ancora una volta, l’uomo si conferma essere il predatore più efficace (?) del mondo, eppure continua ad aver paura più degli squali che di se stesso.   

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