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Inquinamento acustico marino e l’alterazione del suono naturale

da Nadia Ovidio
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inquinamento acustico marino

L’inquinamento acustico marino, prodotto dalle attività umane, altera l’ambiente naturale dei suoni. Questo rappresenta una grave conseguenza per le specie marine.  Anche se immaginiamo le acque del mare come un ambiente silenzioso, la verità è che sotto la superficie dell’acqua vi è una forte propagazione del suono,

Suono marino naturale

Il rumore marino può essere di origine naturale, e può essere causato dalla pioggia, dalle onde, dal movimento dei ghiacci o può essere prodotto dalle varie specie animali. Ma può avere anche un’origine antropogenica, cioè derivante da attività umane.

Due principali tipi di rumore antropogenico

Ci sono due tipi di rumore antropogenico: acuto e cronico. Quello acuto è causato per lo più da esplosioni subacquee ed esplorazione sismica; da attività di esplorazione con airguns (cannoni d’aria); dai lavori di ricerca dei giacimenti e dai sonar attivi delle navi militari.  Mentre a generare il rumore cronico sono navi commerciali, imbarcazioni ricreazionali e navi cargo. Tra l’altro, il rumore prodotto dalla cavitazione dell’elica arriva ad espandersi in un raggio di centinaia di chilometri intorno alla nave che lo ha prodotto.  Il rumore cronico è anche quello prodotto da attività di estrazione del gas dai fondali, dai lavori di costruzione di qualunque struttura in mare, o da attività di pesca o acquacoltura.

Conseguenze del rumore antropogenico sulla fauna marina

Negli ultimi anni l’attenzione alla ricerca sull’alterazione dell’ambiente naturale dei suoni si è intensificata. L’utilità di misurare l’inquinamento acustico marino in una determinata area permette di monitorare lo stato di salute della vita acquatica, valutare i vari rischi, e dare informazioni a ecologi e decisori politici al fine di stipulare risoluzioni e regolamenti. C’è bisogno, però, di altre ricerche per meglio comprendere i limiti di tollerabilità al rumore da parte della fauna marina.

Inoltre, è importante capire anche quando la morte di animali rinvenuti sulle spiagge sia da attribuire all’inquinamento acustico marino. Il rumore prodotto dal traffico navale può agire sulla sensibilità uditiva, compromettendola, ciò porta a conseguenze sulle capacità di comunicazione e alla difficoltà a percepire avvisi di pericolo o del richiamo durante il periodo riproduttivo. Infatti, provoca molte interferenze nella comunicazione. Un forte rumore può anche spaventare l’animale a tal punto da disorientarlo, con conseguente allontanamento dalla sua rotta migratoria.

Il rumore come sottoprodotto di attività di trasporto

Il rumore di tipo antropogenico non sempre è intenzionale, infatti spesso è il sottoprodotto di attività di trasporto e attività industriali. Il problema nasce dal fatto che tali attività stanno via via aumentando, soprattutto nelle zone costiere, che sono habitat estremamente importanti per gli organismi marini. Il soundscape marino (l’insieme di suoni naturali e antropogenici) dà la possibilità di percepire e produrre suoni per comunicare e ottenere informazioni. Il problema nasce dal fatto che la componente antropogenica è sempre di più in aumento.

Fonte: marinetraffic.com

Le conseguenze dell’inquinamento acustico marino sugli animali

Tra i vari animali che risentono maggiormente dell’inquinamento acustico vi è il branzino; il rumore attiva in questo pesce una risposta anti-predatoria, con conseguente dispersione dei banchi. Nelle orate si riscontrano anche cambiamenti biochimici, indice di una risposta da stress. Nei cefalopodi e negli cnidari si riscontrano gravi conseguenze uditive. Un forte impatto si ha anche nei cetacei: il rumore cronico provoca un cambiamento nel suono dei fischi e dei richiami. Negli ultimi anni sono stati documentati numerosi episodi di spiaggiamenti di mammiferi marini, soprattutto nel luoghi in cui si tenevano esercitazioni di navi militari con apparecchiature sonar. È chiaro che ci troviamo di fronte a una nuova questione ambientale.

Inquinamento acustico marino: anche una questione giuridica

Anche dal punto di vista giuridico, il suono antropico è considerato una forma di inquinamento. La Convenzione sul Diritto del Mare del 1982 definisce l’inquinamento marino come: «l’introduzione diretta o indiretta, ad opera dell’uomo, di sostanze o energia nell’ambiente marino ivi compresi gli estuari, che provochi o possa presumibilmente provocare effetti deleteri quali il danneggiamento delle risorse biologiche e della vita marina (omissis)..» (art. 1).

Quindi, l’inquinamento marino non è causato solo dai rifiuti o dagli sversamenti di sostanze nocive in mare, ma anche dall‘energia che in esso si propaga. Resta importante considerare che per salvaguardare l’ambiente marino dall’inquinamento acustico, ci sarebbe bisogno di diminuire il numero di navi e la velocità in cui viaggiano, soprattutto in aree marine protette. Inoltre, bisognerebbe adottare tecnologie insonorizzate che dovrebbero essere previste nelle legislazioni a tutela dell’ambiente.

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