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IL COLORE DEL MARE di Giuseppe Volpe

da D. De Stefano
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Il colore del mare è l’azzurro, indubbiamente. Però, spesso la bellezza del suo colore appare con altre sfumature; grigie, verdi, arancioni…, alcune delle quali di difficile catalogazione. Come mai? Essenzialmente, questo dipende da tre fattori: tipo di fondale, colore del cielo, stato del mare.

Intanto, una precisazione. A differenza della terra, dove gli organismi vivono solo su di una superficie che si eleva nella maggioranza dei casi di poco dal suolo, nel mare sia gli animali che le piante sono distribuiti in tutto lo spazio disponibile, che è trecento volte maggiore di quello sulla terra.
 
Nel fondo del mare quindi possiamo distinguere tre tipi di ambienti, quello pelagico (acque libere), quello cosiddetto necton (animali marini che nuotano anche effettuando lunghe migrazioni) e quello bentonico (il fondo del mare). 
In ognuno di questi ambienti, come si può facilmente immaginare, si realizzano diverse condizioni di esistenza e pertanto saranno diverse le forme e gli adattamenti degli organismi che vi vivono. 
Vi troviamo il plancton, sostanza nutriente che galleggia nell’acqua, gli animali marini veri e propri (necton) e gli organismi che vivono a stretto contatto coi fondali marini , o che vi siano fissati (i coralli, ad esempio), o che vi nuotino non allontanandosi troppo da essi.

La vita nel mare, e quindi la sua “forma espressiva” del colore, dipende “anche” dall’esistenza dei vegetali, i quali, grazie ai loro processi di fotosintesi, riescono a trasformare la sostanza minerale in sostanza organica, costituendo tra l’altro così il primo anello della catena alimentare. 
Tale fenomeno si realizza per la presenza della luce, che nel mare però, ecco La specificità di cui parliamo, varia a seconda della profondità. 
L’illuminazione solare nel mare è massima in superficie, perché le acque tendono ad assorbire le radiazioni luminose. Pertanto, le alghe saranno numerose in superficie e quindi limitate o perfino assenti in profondità. 
La zona profonda è chiamata “oligofotica” e varia dai 20 ai 120 metri. Quindi, questo è uno dei motivi per cui il colore del mare cambia colore: l’assorbimento selettivo della luce solare. Indichiamo qualche particolarità. In superficie, dominano le alghe verdi e brune. 
Le alghe rosse sono le uniche che possono trovarsi fino a una profondità di 200 metri, a causa del loro tipico pigmento rosso.

Come è noto la luce del sole è formata da varie radiazioni di diversa lunghezza d’onda; quando questa raggiunge la superficie del mare e l’attraversa, le sue radiazioni vengono assorbite in maniera diversa. Le prime ad estinguersi sono le rosse, seguite da quelle arancioni e gialle, mentre quelle verdi e azzurre penetrano più in profondità. Quelle di lunghezza d’onda ancora più corta, come l’indaco e il violetto, non sono neanche da prendere in considerazione, poiché si estinguono ad appena pochi centimetri di profondità. Comunque, il colore prevalente è l’azzurro, dal momento che come abbiamo visto le radiazioni di questo colore sono le più penetranti e quindi “raccolgono” una grandissima quantità di particelle d’acqua e di sostanza in sospensione presenti nel mare, per cui il colore che ovviamente i nostri occhi percepiscono è l’azzurro.

Ai fini del colore del mare, anche quello del cielo, o l’altezza del sole all’orizzonte hanno la loro importanza. Un cielo nuvoloso indurrà naturalmente il mare ad assumere un colore grigio, così come quando il sole tramonta vi trasmetterà delle incredibili tonalità fra il rosa e l’arancione. Infine, non bisogna dimenticare che il mare è l’elemento maggiormente presente sul pianeta. Ecco perché resta nella memoria collettiva dell’umanità ciò che riferì l’astronauta Armstrong di ritorno dalla missione lunare in occasione del primo allunaggio, alla domanda su come gli fosse sembrata la Terra vista da lassù: “Mi sono commosso”, disse, “nel vedere quanto sia bella e… azzurra!”

a cura di Giuseppe Volpe
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