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MIND: le tartarughe marine, caratteristiche e monitoraggio

da Maria Chiara Langella
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Tartarughe marine 2 - MIND-min

In questa nuova puntata di MIND, continuiamo a parlare delle tartarughe marine che popolano il golfo di Napoli.

Approfondiremo alcune caratteristiche biologiche di Caretta caretta e descriveremo la fondamentale attività di monitoraggio di questa specie purtroppo fortemente minacciata dalle attività antropiche.

Calma… e sangue freddo

Per i millennials (come me!), questo titolo certamente evoca la canzone di Luca Dirisio, che invitava alla calma. Riflettendoci bene, questo titolo è perfetto per descrivere alcune caratteristiche delle tartarughe marine.

La specie Caretta caretta, infatti, appartiene alla classe dei rettili e possiede sangue freddo. Dotata di polmoni, come gli essere umani, respira aria, ma è anche in grado di effettuare apnee lunghissime: torna solo periodicamente in superficie per respirare, trascorrendo molto tempo in mare profondo. In acqua raggiungono una velocità non superiore ai 40 km/h, muovendo in modo sincrono gli arti anteriori.

Onnivori, forse troppo

Le tartarughe marine, e quindi anche Caretta caretta, sono animali onnivori (dal latino omnivorus, che mangia ogni cosa): si nutrono infatti di molluschi, pesci, meduse, crostacei ed echinodermi.

Nel loro stomaco, però, si può trovare di tutto: le buste di plastica, gli ami da pesca, le reti da pesca ed i fili che le compongono. Secondo una statistica riportata dal WWF, l’80% delle tartarughe marine recuperate nel mar Mediterraneo aveva ingerito rifiuti di plastica.

Le tartarughe marine, purtroppo, sono minacciate dalle attività umane in diversi stadi del loro ciclo vitale. Infatti, sebbene in Italia, nel quinquennio 2016-2021, sia stato registrato un aumento del numero di nidi, l’erosione delle spiagge sta riducendo lo spazio idoneo per l’attività di nidificazione.

In aggiunta, l’uso di mezzi pesanti per la pulizia della spiaggia può causare la distruzione di interi nidi, mentre grandi rifiuti di plastica possono intrappolare le tartarughe sott’acqua, impedendo loro di riemergere per respirare e causandone la morte per annegamento.

Tartaruga a contatto con la plastica. Immagine WWF.

Infine, la pesca a strascico può causare la cattura accidentale delle tartarughe che subiscono lesioni molto spesso anche mortali.

Il monitoraggio delle tartarughe marine in Campania

Il monitoraggio delle tartarughe marine ed, in particolare, della specie Caretta caretta, è importante per la loro tutela e conservazione.

Sono attivi progetti come “Caretta in vista” coordinato dalla Stazione Zoologica Anton Dohrn, e “Life Turtlenest“, cofinanziato dall’Unione europea, che coinvolgono volontari per il monitoraggio dei nidi e la messa in atto di campagne di sensibilizzazione rivolte ai cittadini.

In caso di avvistamento di tartarughe, di esemplari in deposizione sulla battigia, di nidi o di tracce sulla spiaggia, è importante segnalarlo alla Guardia Costiera, chiamando il numero blu 1530. 

Conclusioni

Termina la nostra breve escursione nel meraviglioso e delicato mondo delle tartarughe marine.

Per la prossima tappa faremo una piccola deviazione all’interno del nostro percorso dedicato agli organismi che popolano che acque del golfo di Napoli. Parleremo, infatti, non di un organismo acquatico specifico, ma di uno studioso, uno zoologo in particolare, che risponde al nome di Anton Dohrn, che con la sua intuizione ed il suo ingegno, ha ideato e permesso la costruzione  della stazione zoologica sita nella villa comunale di Napoli che tutt’oggi porta il suo nome.

Stay tuned!

Se hai perso la prima puntata di MIND dedicata alle tartarughe marine, puoi recuperarla qui: https://www.fondalicampania.com/mind-in-viaggio-tra-le-tartarughe-marine/

Fonti

Tartaruga marina comune

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