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L’Isola che non c’è: l’Isolotto scomparso di San Leonardo

da D. De Stefano
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A Napoli, dove oggi c’è la Rotonda Diaz, molti secoli fa, sorgeva l’Isolotto di San Leonardo. Un piccolo borgo separato dal litorale e su di essa si ergeva una piccola chiesa con spiaggia, convento, taverna,  ormeggi dei pescatori e  qualche abitazione popolare. Lo scoglio di San Leonardo era famoso e amato dai napoletani e fu protagonista della Storia partenopea per molti secoli.

Il borghetto fu fondato nel 1028 ad opera di Leonardo d’Orio, un nobile castigliano che vi fece costruire una chiesa ex voto. Scampato a una tempesta, il galantuomo promise infatti di edificare un luogo di preghiera dedicato al santo del suo onomastico. Tutti iniziarono a frequentare con passione la chiesetta. Specie i più poveri, i disperati, gli ex galeotti e i senzatetto. Durante i giorni di festività dedicati al santo, i re angioini promuovevano l’indulto e graziavano i detenuti.
Con il tempo l’isolotto si trasformò in un covo di senzatetto e persone poco raccomandabili e solo con la fine del Cinquecento tornò alla tranquillità. Nacque un monastero domenicano e una famosa locanda, la taverna di Florio, celebrata da Salvatore Di Giacomo nel suo Taverne Famose Napoletane.

Nel 1648 lo scoglio di San Leonardo fu attaccato dagli spagnoli, il conventino dei frati domenicani fu chiuso e poi affidato alle monache. I delinquenti organizzati, messi al muro dai re spagnoli, si rifugiarono nelle case del borgo trasformando l’isoletta in un centro di contrabbando e malavita. La spiaggia intanto andava sempre più avvicinandosi alla chiesa, consumandola. Nell’Ottocento i Borboni decisero di eliminare l’isolotto per il completamento della villa Reale, l’attuale Villa Comunale, a via Caracciolo. La chiesa fu completamente distrutta, le casette abbattute e l’isola unita al lungomare di Chiaia. 
A cura di Anna Cozzolino
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