Il mare è, da sempre, considerato fonte di vita, di rinascita e di rigenerazione, medicina dell’anima.
Ciononostante, altrettanto da sempre, l’uomo non ha avuto il rispetto ad esso dovuto, in maniera esemplare. Lo sfruttamento delle acque terrestri può considerarsi, insieme con le grandi deforestazioni, una delle piaghe ambientali più profonde nella storia dell’umanità cui, sempre meno, si riesce a far fronte.
Dinanzi ad una simile realtà, tuttavia, c’è chi ha deciso di ribellarsi ad un modus operandi et vivendi ormai inaccettabile, iniziando dalla difesa, dalla salvaguardia e, dunque, dalla valorizzazione di uno dei mari considerati unanimemente, tra i più belli, ricchi e suggestivi, quello del Golfo di Napoli e di Salerno, la costiera campana tutta, millenaria perla naturalistica.
A porre l’accento su questi luoghi, legati al mito ma anche alla realtà, è stata, sin dagli albori, Fondalicampania , nata nel 2014 e, da come si legge nello statuto “associazione culturale senza fini di lucro, libera e apartitica che opera su tutto il territorio Campano, per la valorizzazione, la tutela e la salvaguardia dell’habitat marino e costiero della Regione Campania.
“La nostra idea di valorizzazione intende mettere in atto un piano di promozione dell’ambiente marino e costiero, attraverso videorecensioni, interviste, eventi e progetti che abbiano lo scopo di sensibilizzare il pubblico sulle tematiche ambientali, legate alla salvaguardia della fauna e della flora marina, oltre che a stimolare il turismo e gli abitanti campani verso una migliore e più completa conoscenza del patrimonio costiero e marino della nostra ragione.”
Tale valorizzazione e tale salvaguardia, si sono mosse, dall’autunno 2014, attraverso un monitoraggio della costa, delle acque e delle spiagge, con un vasto lavoro di pulizia dei fondali o delle coste, ma anche con un approccio educativo, capace di reindirizzare il modo di vivere la spiaggia.
Noti e spesso polemizzati, sono stati i primi cartelli sui tempi di 
biodegradabilità, apposti in vari comuni del litorale ed in diverse spiagge, libere e non, primo segnale per una comprensione del danno che l’uomo è stato in grado di generare ad un ecosistema sì delicato come quello marino. Dal primo cartello, apposto nel novembre del 2014, il percorso avviatosi è divenuto inarrestabile, con una crescita esponenziale di nuovi soci e molte iniziative, tra cui anche mostre, incontri, escursioni, alla scoperta di una dimensione regionale strabiliante.
Nonostante le difficoltà incontrate, burocratiche ma anche di pensiero, oggi Fondalicampania permette persino la segnalazione di reati ambientali ed un ampio raggio d’azione che, tutto l’anno, si muove in direzione di una salvaguardia di plurima matrice.
C’è da dire anche che, per fortuna, il territorio ha ben risposto al progetto dell’associazione, così come la popolazione, coinvolta in prima persona a coadiuvare il lavoro di Fondalicampania; ed è proprio notizia odierna che anche il Comune di Napoli sta stipulando accordi con altre associazioni che, sulla scia di Fondalicampania, presieduta da Davide De Stefano e da un team straordinario, quotidianamente attivo, si stanno muovendo nella medesima direzione, tramite iniziative che, solo pochi anni fa, nonostante il coraggio di De Stefano e dei suoi, sembravano una sfida utopica.
Fondalicampania non può che gioire nel vedersi capostipite e baluardo di una nuova volontà che mette al centro il salvataggio del mare e della costa campane, perle uniche sotto molti punti di vista, volontà capace di far ripartire una regione troppo spesso martoriata da altri elementi.
Il lavoro messo da subito in campo dall’associazione vede oggi, tutt’intorno, un rinnovato interesse a che il mare della Campania possa esser salvaguardato e tornare ad essere medicina dell’anima partenopea e non solo.