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Curiosità marine Un albergo sottomarino nel Golfo di Napoli?

da D. De Stefano
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Come per molti così anche per me, con l’arrivo di settembre, sono finite le ferie. Se come me siete usciti dalla nostra amata Campania avrete potuto apprezzare le offerte turistiche di altri luoghi costeggiati dal mare e per differenza ho dovuto notare il grande sforzo e l’impegno che altrove si profonde nel valorizzare quel che si ha. Tornato a casa ho visto con occhi nuovi quello che abbiamo: un golfo (di Napoli) che con la costiera e le isole formano un patrimonio incredibile scelto dai patrizi di duemila anni fa e dalla Regina Maria Amalia molti secoli dopo come dimora ideale estiva.

Oggi invece viviamo in un autentico disastro ambientale e culturale che, anche nella sua apparente irreversibilità, noi di Fondalicampania intendiamo combattere.
Proprio perché viviamo in questa dicotomia di storia gloriosa e realtà decadente ho iniziato a fantasticare.
In una condizione ambientale perfettamente conservata, il nostro mare non potrebbe avere un’offerta turistica di alto, altissimo livello?

Cercando su internet differenti proposte ho trovato l’idea più bizzarra, frutto di un’offerta turistica per i turisti di lusso dove sicuramente la spinta economica consente di realizzare le soluzioni più avanguardistiche: un’albergo sottomarino.

Nell’isola di Pemba (Zanzibar), a Rangali (Maldive), a Vasteras (Svezia), a Key Largo, nei Caraibi, nelle Fiji hanno provveduto a realizzare questi gioielli di architettura e tecnologia.
I nostri mari se incontaminati non potrebbero offrire dei colori e uno spettacolo all’altezza?
Non sarebbero capaci di mostrare una varieta paesaggistica

sottomarina degna di questi alberghi di lusso? E se noi realizzassimo addirittura un intero museo subacqueo?
La distanza che ci separa da questo tipo di proposta turistica è sicuramente enorme, ma secondo me, solo mentale. Ecco perché noi di Fondalicampania stiamo portando i nostri cartelli con i tempi di biodegradabilità dei materiali inquinanti sulle spiagge e i litorali campani, sono utili non solo al miglioramento delle nostre spiagge e dei nostri mari, ma anche per avviare quel processo di consapevolezza rivolto all’ambiente e all’amore della nostra terra che negli ultimi 60 anni è sembrato quasi scomparire e a tratti invertito.


Anche se ho voluto spingermi e fantasticare sulla realizzazione di strutture che potremmo non realizzare mai, resto con i piedi per terra e da domani con tutto il nostro gruppo operativo e tutti i reali “innamorati” del nostro territorio proveremo a fare ancora un passo in più.

di Giovanni Paolo Iacomino

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