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Cemento selvaggio, 181 km di costa Campana feriti a morte dall’ edilizia fuori controllo

da D. De Stefano
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“Il futuro della Campania non passa per le grandi opere, ma per l’ordinaria tutela del suo paesaggio come volano di un turismo che oggi chiede qualità e legami tra storia, mare, territorio .”

quanto dichiarato da Michele Buonomo presidente di Legambiente Campania.

Sono ben 181 i chilometri di paesaggio costiero della Campania che sono stati trasformati in case, alberghi, palazzi, porti e industrie, oltre la metà rispetto ai 360 chilometri totali, da Sapri a Baia Domizia.


Di questi chilometri, ben 28 sono occupati da opere infrastrutturali (in gran parte portuali) e da attività produttive. Sono 51 i chilometri di paesaggi urbani ad alta densità, 102 i chilometri di costa occupata da insediamenti con densità più bassa mentre solo 17 chilometri di costa possono considerarsi ancora paesaggi agricoli.

Si tratta di un dato davvero allarmante visto che, fino a pochi anni fa, erano una delle caratteristiche di molti paesaggi campani. La fotografia di tutto questo è stata scattata da Legambiente ed è stata raccontata nel libro “Vista mare. La trasformazione dei paesaggi italiani costieri” – edito da Edizioni Ambiente e pubblicato con il supporto di Castalia.

Il libro è stato scritto dal Vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini e dall’Architetto Michele Manigrasso ed è frutto di una ricerca durata 3 anni e che ha incrociato il lavoro e i monitoraggi di Goletta Verde, dei circoli territoriali e sindaci, integrandola con racconti fotografici e le foto vincitrici del concorso sulle coste promosso da Legambiente e Ordine degli architetti di Roma.

Il viaggio fotografico raccontato nel volume racconta come è cambiata la costa e come il cemento, nel corso di questi anni, abbia deliberatamente invaso i litorali anche in barba alla Legge Galasso in materia di tutela paesaggistica, approvata nel 1985 e che prevede un vincolo di tutela per le aree costiere fino a 300 metri dalla linea di costa.

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