Home Tutela Ambientale Spiaggia sporca, la soluzione non è privatizzare!

Spiaggia sporca, la soluzione non è privatizzare!

Spiaggia di Donn'Anna invasa dai rifiuti

da D. De Stefano
0 commento

Nei giorni scorsi sono circolate sui social foto che hanno raccontato lo stato di degrado degli arenili prospicienti palazzo Donna Anna a Napoli. E’ un duro colpo per l’immagine della città e per l’equilibrio dell’ecosistema.

Le spiagge di Napoli, per lungo tempo simbolo di bellezza naturale e luogo di ritrovo per abitanti e turisti, si trovano ora al centro di una crisi di inciviltà inaccettabile.

Foto di scempi ambientali circolano sui social media, mostrando il degrado delle spiagge, con rifiuti lasciati indifferentemente sulla sabbia .

Questo fenomeno, nonostante gli sforzi di sensibilizzazione e le iniziative civiche, sembra persistere, sollevando domande sulle possibili soluzioni.

Privatizzazione unica soluzione?

Una delle proposte più discusse è la privatizzazione delle spiagge. Tuttavia, questa soluzione solleva dubbi fondamentali sulla natura della comunità napoletana e sulla sua capacità di preservare e valorizzare il proprio territorio senza ricorrere a misure estreme.

Privatizzare le spiagge sarebbe un segnale di resa, vanificando gli sforzi di coloro che credono ancora nella cultura e nel senso civico della città.

Quali possono essere le soluzioni alternativa?

In alternativa, una possibile soluzione potrebbe essere quella di gestire le spiagge in forma gratuita da parte del comune, in collaborazione con enti no-profit o comitati cittadini.

Questo approccio potrebbe incentivare un maggiore coinvolgimento della comunità nella cura e nella salvaguardia delle spiagge, promuovendo un nuovo senso di responsabilità verso il territorio.Un’altra proposta è quella di aumentare la disponibilità di spiagge libere accessibili al pubblico.

Attualmente, il numero limitato di spiagge libere costringe le persone a concentrarsi in spazi sempre più ristretti, aumentando il rischio di degrado ambientale e mettendo a repentaglio la sicurezza dei bagnanti.

Aumentare la quantità di spiagge libere potrebbe distribuire meglio l’afflusso di persone e ridurre il volume di rifiuti concentrati in un’unica area.Molte organizzazioni e movimenti cittadini si schierano a favore di queste soluzioni alternative, sostenendo la necessità di preservare le spiagge di Napoli come patrimonio comune da proteggere e valorizzare.

Affidare la gestione delle spiagge a enti locali e comunitari potrebbe rappresentare un’opportunità per sperimentare nuovi modelli di gestione sostenibile e coinvolgere attivamente i cittadini nella cura del proprio ambiente.In conclusione, affrontare l’inciviltà sulle spiagge di Napoli richiede un approccio olistico e collaborativo.

Piuttosto che optare per soluzioni estreme come la privatizzazione, è fondamentale promuovere un senso di appartenenza e responsabilità verso il territorio, coinvolgendo attivamente la comunità nella sua salvaguardia e valorizzazione.

Solo così sarà possibile preservare la bellezza naturale delle spiagge di Napoli per le generazioni future.

Leggi anche

Lascia un Commento

Questo sito web utilizza i cookie per migliorare la tua esperienza. Continuando la navigazione intenderemo che tu sia d'accordo, ma puoi annullare l'iscrizione se lo desideri. Accetta