Ciao a tutti! Continuiamo a parlare dei condroitti e in particolare dei Raiformi. Oggi tocca alla Razza quattrocchi. Il corpo è diviso in due parti: una comprende capo, tronco e pinne pettorali (ed è di forma romboidale) e l’altra che comprende le pinne ventrali, dorsali e caudale, di forma più o meno allungata. Come sempre, gli occhi si trovano sul dorso, mentre le fessure branchiali, le narici e la bocca si trovano nella parte ventrale. Nei maschi le pinne ventrali terminano con gli pterigopodi, gli organi copulatori.
La parte caudale risulta armata da file di spine in posizione laterale e dorsale e lungo i fianchi sono presenti organi elettrici che generano scariche di modestissima intensità. La razza quattrocchi viene così chiamata per la presenza di due macchie simmetriche simili a grandi occhu, formate da una macchia circolare di colore blu chiaro circondata da un anello blu scuro e da un altro esterno giallo o arancio. Questa razza di solito non supera i 60 cm , predilige fondali fangosi e sabbiosi e si può trovare fino ad una profondità di 150 m. La razza quattrocchi si trova in Adriatico e Tirreno, ma è presente anche lungo le coste della Spagna e del Marocco. Da giovane si ciba principalmente di crostacei, poi nell’età adulta anche di pesci e molluschi.
Dal punto di vista economico, non è una specie molto rilevante, per cui non è oggetto di pesca intensa. Di solito rimane intrappolata nelle reti a strascico, che però vengono calate in acque per la pesca di altre specie.
Se hai voglia sostenere il nostro impegno fai una donazione

Davide De Stefano è attivista presso l’associazione Fondalicampania Aps, dove riveste il ruolo di Presidente. “Passione e competenza sono la base di un percorso associativo sano e produttivo. Dedicare parte del nostro tempo alla cura del bene comune è fondamentale per promuovere una crescita collettiva e tutelare la nostra salute. Il rispetto delle idee altrui nasce dalla consapevolezza che apparteniamo tutti a un’unica grande Tribù Globale. Cooperare, dunque, è uno strumento essenziale per proteggere l’ecosistema di cui facciamo parte.”