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La pesca del riccio di mare in Campania, una strage taciuta

da D. De Stefano
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La pesca del riccio di mare è disciplinata dal Decreto Ministeriale delle risorse agricole e forestali del 12 gennaio 1995. Ma le normative vigenti sono sufficienti a garantire la salute di questa specie? Proviamo a fare il punto della situazione.

Il riccio di mare è fra gli animali marini più ricercati dagli amanti della buona cucina, tuttavia  il suo gusto intenso stuzzica non solo il palato ma anche le ambizioni dei ristoratori e pescatori (sia regolari che di frodo).

Il riccio di mare “Paracentrotus lividus” è una specie commestibile particolamente ambita, questo organismo si ciba di erbe sopratutto durante le ore notturne e può vivere fino a nove anni.

Puo raggiungere i 7 cm di diamentro intorno al terzo anno di vita perieodo che coincide con la sua piena maturazione sessuale.

Qual’è la taglia minima di cattura consentita dalla legge?

Conoscere le sue caratteristiche biologiche aiuta facilmente a comprendere che l’attività predatoria di organismi con un diametro inferiore ai 7 cm rischia di compromettere la salute di questa specie.

Per tale ragione il D.M del 95′ all’Art. 3 Comma 1 stabilisce quanto segue : ” La taglia minima di cattura consentita non puo’ essere inferiore ai 7 cm di diamentro totale compresi gli aculei.”

Come si catturano i ricci di mare ?

I fondali marini pullulano di vita, gli organismi Bentonici ( arganismi che vivono a stretto contatto con il fondo del mare), rappresentano la base della catena alimentale e pertanto è necessario occuparsene con particolare attenzione.

Nel corso degli anni abbiamo assistito ad un progressivo impoverimento delle specie bentoniche a causa di diversi fattori ma uno dei principlai rischi per i fondali è rappresentato dall’itilizzo illegale di strumenti da pesca come le reti a strascico.

Pertanto la legge stabilisce che :

Art. 1 comma 3 ” La pesca del riccio di mare è consentita ai pescatori sportivi in apnea solo manualmente.

I pescatori professionali possono cattutrare la specie sono con asta a specchio e rastrello”

Quanti esemplari di ricci di mare si possono catturare ?

Secondo uno studio del centro di ricerca oceanografica di Israele, questa specie è a riscio estinzione. Le cause sono da attribuirsi all’innalzamento della temperatura media dell’acqua di mare , all’invasione di alghe non autoctone che risultano dannose per l’alimentazione di questi animali.

A questi fattori si aggiunge il fenomeno della pesca intensiva e di frodo, pertanto la legge italiana prevede che:

” Il pescatore sportivo non puo’ catturare piu di 50 esemplari al giorno. in oltre la pesca non è consentita nel periodo di maggio e giugno.”

Quali sono le regioni Italiane che consumano il maggior numero di Ricci ?

Sardegna, Lazio, Toscana e Campania sono fra le principali regioni Italiane a catturarare un grande numero di esemplari all’anno.

Uno dei fenomeni piu’ diffusi è la pesca di frodo , numerosi sono i sequestri di attrezzature e le sansioni amministrative effettuate dalla Gurdia Costiera. Tali misure risoltano però insufficienti, infatti in Sardegna il gruppo Consiliare Regionale ha proposto lo stop alla pesca del riccio di mare per 3 anni, a causa dell’impoverimento dei fondali marini , devastati dalla ricerca scellerata di questo animale.

Le normative vigenti sono sufficienti a garantire la salute di questa specie?

Considerato che il fenomeno della pesca di frodo si sta intensificando e che questo animale è minacciato dai cambiaenti climatici in corso, sembra chiaro che il D.M.  del 1995 risulta inadeguato a garantire il preservarsi della specie.

La Campania è fra le Regione Italiane maggiormente colpite dal fenomeno della pesca di frodo e il riccio è la principale vittima di questa pratica.

La Capitaneria di Porto non riesce a fronteggiare il problema anche a causa di leggi non idonee .

I pescatori di frodo, infatti, spesso vengono puniti con semplici sanzioni amministrative, strumenti di legge non in grado di arginare il fenomeno.

Molto sono i casi in cui il pescatore, dopo aver contestato l’ammenda , ritorna a pescare indisturbato.

Risulta intuitivo pensare che uno dei sistemi più semplici per arrestare l’impoverimento dei fondali marini, sarebbe quello di fermare la pesca del riccio di mare.

La Regione Campania ha le possibilità per fermare questa strage, ci auguriamo che tale problematica venga affrontata prima che sia troppo tardi.

Foto di copertina a cura di Io Studio

 

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