Benvenuti ad un nuovo capitolo del nostro viaggio nella biodiversità delle acque del golfo di Napoli. Con MIND, oggi conosceremo meglio le tartarughe marine.
Vivere in acqua
Caretta caretta, nome scientifico delle comuni tartarughe marine, è la specie di tartaruga più abbondante nei nostri mari ed in tutto il Mediterraneo.
Caretta è molto diffusa anche nelle acque degli oceani Atlantico, Indiano e Pacifico.
Nei primi anni di vita, le piccole tartarughe marine, a causa delle loro ridotte capacità di immersione, nuotano nella zona superficiale delle acque del mare, poi, crescendo, si spostano verso i fondali più profondi.
Maschio o femmina: questione di temperatura
L’accoppiamento delle tartarughe marine avviene in acqua e la deposizione delle uova da parte delle tartarughe femmine avviene in spiaggia, generalmente tra maggio e agosto. Le uova, incubate e protette dal calore del suolo per un paio di mesi, si trovano a dover prendere una scelta importante che dipende soprattutto dalla temperatura del suolo! Scopriamo insieme cosa accade!
Durante il periodo di incubazione nel suolo, nelle uova si svilupperanno organismi maschi o femmine a seconda della temperatura. Se le uova si trovano a temperature superiori a 29°C, nasceranno tartarughe femmine, mentre, a temperature inferiori di 29°C, si formeranno individui maschi.
Caratteristiche delle tartarughe marine
La tartaruga marina comune è un rettile ed è una specie carnivora che si nutre di crostacei, molluschi, meduse e pesci. Questi animali possono vivere in natura fino a 80 anni e raggiungono la maturità sessuale intorno ai 20-30 anni.
I nidi di tartarughe possono contenere circa un centinaio di uova che si schiudono entro 70 giorni dalla deposizione. Una settimana è il periodo di tempo necessario affinché i piccoli possano raggiungere la superficie attraversando il suolo. Le tartarughe marine sono dotate di polmoni e, sebbene necessitano di aria per respirare, possono effettuare immersioni prolungate e raggiungere fino a qualche centinaio di metri di profondità.
Un guscio “affollato”
Gli organi vitali delle tartarughe sono circondate e protette da un guscio formato da tessuto osseo sia nella parte dorsale (carapace) sia in quella ventrale (piastrone).
I gusci proteggono le tartarughe dai predatori che raramente riescono a rompere tale protezione. I piccoli, invece, poiché possiedono un guscio morbido con tessuto osseo non ancora abbastanza duro, sono facili prede di predatori come mammiferi, uccelli e altri rettili.
Il guscio svolge anche un ruolo importante nel mantenimento dell’ecosistema marino. Su di esso, infatti, si trovano comunità di piccole piante e crostacei. Il guscio delle tartarughe, insomma, rappresenta un vero e proprio microcosmo marino.
Turtle point a Portici: la storia di Oscar
Nell’oasi di mare e di verde del porto del Granatello a Portici, sorge il Centro Ricerche Tartarughe Marine, parte della Stazione zoologica Anton Dohrn.
Il centro si occupa di curare gli esemplari di tartaruga marina in difficoltà che, una volta guariti, vengono liberati affinché tornino a vivere nel loro ambiente. Ma non è tutto! Durante il periodo di permanenza nel centro per sottoporsi alle cure, a ciascuna tartaruga viene dato un nome, affinché anche dopo essere liberate, potranno essere monitorate, identificate e riconosciute dai ricercatori.
Proprio al Centro Ricerche Tartarughe Marine a Portici, qualche anno fa ho avuto l’onore di conoscere Oscar (in foto), una tartaruga marina davvero simpatica che è stata poi liberata!

La tartaruga Oscar al Centro Ricerche Tartarughe Marine – Ph: Maria Chiara Langella
Vi invitiamo a visitare il Centro Ricerche Tartarughe Marine, uno dei fiori all’occhiello dei nostri centri di ricerca.
Nella prossima puntata di MIND, parleremo ancora di tartarughe marine. Vedremo da vicino le loro complesse caratteristiche anatomiche e scopriremo le iniziative di monitoraggio delle tartarughe del nostro mare. Stay tuned!
Ti sei perso il precedente capitolo di MIND? Lo trovi qui: https://www.fondalicampania.com/mind-conosci-argonauta-argo/
Fonti

Studentessa di dottorato in computational and quantitative biology presso l’Università di Napoli Federico II dove ha conseguito la laurea magistrale in biologia – curriculum biomolecolare.