“Mare balneabile SI, mare balneabile NO?”, ancor meglio del dilemma shakespeariano è la realtà di San Giovanni a Teduccio, nell’area ad EST di Napoli. Perché se poco più di un mese fa l’area era stata infatti classificata nei limiti per qualità delle acque, dopo un lungo periodo di dubbi, e quindi balneabile, ora è la volta dell’ennesimo dietrofront.
Stop dell’ARPAC per San Giovanni: tutti fuori dall’acqua
Ebbene si, perché la favola di una San Giovanni balneabile è durata poco più di 30 giorni, e ad annunciarlo è stata la stessa ARPAC che, a seguito degli ultimi rilevamenti effettuati il 16 luglio, ha evidenziato la presenza, in abbondanza, di Enterococchi intestinali ed Escherichia coli, con valori addirittura di dieci e quattro volte superiori ai limiti consentiti. Epilogo? Chiusi oltre due km di costa.
Gli indiziati
Ad incidere in maniera importante sulla qualità delle acque potrebbero essere i diversi scarichi che sversano in mare e che, “sulla carta” dovrebbero essere ad oggi: il collettore Volla-alveo Pollena, il canale Sannicandro e il pluviale Corradini. Altri li si incontra poi nei pressi della vasca di colmata e nelle vicinanze dell’ex fabbrica Corradini.
L’oasi Pietrarsa
Nel “deserto di batteri” di San Giovanni a Teduccio vi è però un’oasi, quasi inspiegabile, come Pietrarsa. Il chilometro che precede lo storico museo ferroviario, sempre secondo l’ARPAC, presenterebbe infatti un quadro batterico nei limiti consentiti e di conseguenza rimane a tutti gli effetti balneabile. Resta lo scetticismo dei cittadini che, ancora una volta, dovranno dunque accontentarsi di 929 metri di balneabilità anche per questo 2025, ma ormai i colpi di scena su San Giovanni non sorprendono più, quindi mai dire mai.
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Simone Cerciello è un membro dell’associazione Fondalicampania, nonché direttore responsabile della redazione giornalistica. Laureato in Scienze della Comunicazione e giornalista pubblicista, da sempre basa il suo lavoro sulla cura delle fonti e sul fact-checking.