Home ScienzeBiologia Marina La cernia bruna (Epinephelus marginatus)

La cernia bruna (Epinephelus marginatus)

da D. De Stefano
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Cominciamo oggi a parlare dell’ordine dei Perciformi, un ordine molto ampio con numerose famiglie, e che comprende la maggior parte dei pesci. Le specie che vi appartengono hanno generalmente 2 pinne dorsali, la prima con raggi spiniformi, la seconda molle, a scaglie ctenoidi. 
La prima famiglia che tratteremo è quella dei Serranidi. In questo caso le due pinne dorsali sono fuse in una unica che però possiede una prima parte spinosa. L’opercolo è provvisto di aculei o spine da cui deriva il nome di origine latina (serra = sega). Essi sono carnivori, vivono lungo le coste ed in molti casi sono ermafroditi: proterogini, quando raggiungono la maturità sessuale prima come femmine e poi diventano maschi con l’avanzare dell’età; sincroni se presentano contemporaneamente entrambi i sessi, anche se la possibilità di autofecondazione è molto rara. Questa famiglia comprende oltre 400 specie, per lo più tropicali. 

Epinephelus marginatus 

La cernia bruna presenta dorso bruno con chiazzatura più chiara, fianchi chiari e ventre giallastro. Sono pesci piuttosto comuni ove la scogliera offre anfratti e tane, e tendono a vivere solitari. Hanno carattere bonario e se non disturbati si avvicinano abbastanza all’uomo. Possono raggiungere taglie notevoli (fino a un metro e mezzo di lunghezza). Le secche di Lavezzi (parco marino della Corsica) sono famose per il gran numero di cernie di grandi dimensioni facilmente avvicinabili dai subacquei. Le femmine diventano sessualmente mature intorno ai 40 cm di lunghezza; la regressione degli ovari e lo sviluppo dei testicoli avviene quando raggiungono gli 80 cm circa.  Il periodo di riproduzione è l’estate, possibilmente in sere di luna piena. Il loro regime alimentare varia con le dimensioni. In genere, quando non superano ancora i 30 cm le prede principali sono i Crostacei, prevalentemente granchi; successivamente la cernia preferisce alimentarsi di Cefalopodi e, da vecchia, di pesci. Le carni della cernia sono pregiate, ma l’intensa pesca cui è stata sottoposta l’ha resa una specie piuttosto rara. La pesca subacquea, inoltre, agendo prevalentemente sugli individui di taglia maggiore (maschi) determina uno sbilanciamento nel rapporto tra i sessi riducendo le possibilità riproduttive. Nel Red Data Book dell’IUCN è considerata la specie in pericolo, anche se il numero di cernie, per quanto riguarda l’Italia, è in aumento in diverse Aree Marine Protette del Mediterraneo. 

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