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IL RICHIAMO DEL MARE – A cura di Giuseppe Volpe

da D. De Stefano
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Voglio scrivere “Il richiamo del mare”, perché… io l’ho sentito!
Mi ero trasferito in una città del nord, in piena zona padana. Motivi personali, si dice così. Presi a vivere in un contesto tranquillo, bene organizzato, con un’attività che mi gratificava nei bisogni, umani e professionali. Stavo bene. Nei periodi di vacanza, tornavo ad Ercolano, coi parenti, con gli amici, con… i casini che comporta il vivere ad Ercolano… e ritornavo in quello che definivo il mio “buon ritiro”, per altro, ben contento di ritornarvi. Non sospettavo nemmeno lontanamente cosa il destino mi avesse riservato di lì a poco.
Per quell’estate (2011, n.d.r.), non potei tornare, poiché aspettavo…, cioè, non ero io che aspettavo, ma mia nuora, una nascita imminente. Chi mi conosce sa che, di natura, sotto una scorza di ruvidezza sono fondamentalmente un ottimista e, quindi, il mio bicchiere riesco a vederlo sempre mezzo pieno. Mi dissi, molto seraficamente: “E qual è il problema? Qualche bagno lo farò al fiume.”

Ricordo ancora con terrore quella mattina. Inforcai la mia bici, con in spalla lo zainetto con l’occorrente per la… spiaggia e, tutto gaudente, pedalai verso “l’Oglio del Po”. Erano circa 2 i km da percorrere, e tutti in pianura, ovviamente. Appena giunto sul posto, cominciai ad avvertire un certo disagio. Mi metto qua, mi metto là. Forse è meglio andare più in là, vedo un certo scoglio. Non era uno scoglio, era una pietra un po’ più grossa delle altre. Comunque, quando mi avvicinai, vidi che l’acqua del fiume non è come l’acqua del mare. Sarà pure pulita, ma è grigia. Rimasi letteralmente impressionato. Da lontano, vi assicuro, il colore sembrava azzurro! E pensare che non era stato ancora pubblicato “50 sfumature di grigio”….
Conclusione? Non feci il bagno. Tornai a casa con la certezza che non sarei andato neanche in piscina e con la tristezza di non potere essere vicino al mare. Prima di allora non  mi era mai capitato e mi ripromisi che mai più, se mi fossi trovato in circostanze simili, avrei fatto il bagno.

Ma capii soprattutto un’altra cosa. Ero nato vicino al mare: era quella la mia radice, in un certo senso, un mio genitore. Solo quando si perde un genitore, o una persona che ci è particolarmente cara, possiamo capire l’importanza della sua presenza. Ed ecco perché adesso sopporto molto meglio vivere ad Ercolano: mi trovo nel mio ambiente naturale e tocca a me, nel mio piccolo, fare un qualche cosa per migliorarlo, o almeno mantenerlo il più possibile tollerabile. Ed ecco anche perché ringrazio www.fondalicampania.com , che mi da’ questa possibilità.

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