Mi sono addormnetato e ho fatto un sogno,non so perche ma i polpi della Campania sono usciti dai loro anfratti sottomarini per osservare come vivono gli esseri umani.Li hanno visti alle prese con apparecchi elettronici, li hanno visti indossare abiti che non sanno preparare da soli e muoversi e delle specie di scatolette in lamiera con delle ruote di gomma.
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Ad un certo punto del sogno, uno di loro ha preso parola:
“Cari amici celenterati, direi che è molto meglio la nostra individualità,che è solo nostra, rispetto a questo tipo di vita che dipende tutta dalla società, dove il corpo (e non solo) ha perso la libertà e il gusto dell’agire concreto e naturale. Ma vi sembra logico? L’uomo ci ammira, resta rapito dalla nostra bellezza, dalle nostre forme flessuose ed eleganti. Negli attimi stessi dell’ “estatica” contemplazione istintivamente eleva al divino un grato pensiero per la meravigliosa creatura, e che fa’? Pensa di mangiarsela?
Comunque, ora vi do una ricetta per mangiare un uomo, nel caso vo-
leste farlo. Egli è come il maiale, non si butta niente. Però, è duro, e
va’ prima dissossato. Poi, dopo averlo tagliato a pezzi, ricavate dal suo grasso (ce l’ha, non fa sport…) pancette e insaccati vari. Petto, cosce e braccia devono cuocere con spezie e pomodori almeno per mezzora, affinché il tutto si amalgami. Quale utile variante, specialmente in estate, si consiglia la grigliata; all’aperto, a contatto con la natura, le cose assumono sempre un altro aspetto. Innaffiate il tutto con un buon vino rosso: è notorio che il pesce voglia il vino bianco e che la carne esiga quello rosso.
Un’ultima raccomandazione. Mangiate tutto, tranne il cervello:
i cervelli vanno alimentati, sì, ma non a tavola!”
di Prof Peppe Volpe
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