Home Tutela Ambientale Emergenza Gaiola, il polmone azzurro rischia di affogare negli scarichi

Emergenza Gaiola, il polmone azzurro rischia di affogare negli scarichi

da Simone Cerciello
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Tiene banco in questi giorni quanto accaduto alla Gaiola, una delle isole minori di Napoli, localizzata dirimpetto alla costa di Posillipo. Parliamo dell’ultimo polmone azzurro del capoluogo partenopeo che, come vi racconteremo, ora rischia di sparire per sempre.

Ma cosa è accaduto nello specifico?

La scorsa settimana la Campania è stata oggetto di forti piogge che, come capita spesso in questo territorio, sottopongono a grande stress le infrastrutture predisposte per la gestione delle acque.  Per quanto concerne l’area protetta della Gaiola, e più precisamente nel tratto Gaiola-Nisida, a creare i maggiori danni è stato un scarico d’emergenza del Sito di Interesse Nazionale (SIN).

Il sito nasce per la gestione e il trattamento delle acque grigie (quelle piovane) e di quelle nere (scarichi dei bagni), ma quando i livelli idrici sono troppo alti, si attiva automaticamente un protocollo di sicurezza.

Protocollo che, come ormai noto, trova nel nelle acque di Coroglio una via d’uscita sicura per lo sversamento, trasformandolo, come accaduto la scorsa settimana, in una grande macchia marrone e maleodorante. Ricordiamo che già nel 2021 avvenne un episodio simile e in quella occasione comportò il divieto di balneazione per tutta la baia di Posillipo.

L’allarme dal Parco della Gaiola

La situazione preoccupa, e non poco, chi da anni tutela l’intero parco, come il Centro Studi Interdisciplinari della Gaiola (CSI). Sono stati proprio loro infatti a lanciare l’allarme con una protesta ufficiale. Tema della discussione è poi quanto previsto dal PRARU (Piano di Risanamento Ambientale e Rigenerazione Urbanistica) per la zona Bagnoli-Coroglio.

Perché, se da un lato il Centro chiede con forza il dirottamento dello scarico in altre zone, dall’altro il piano prevede invece l’intensificazione degli sversamenti con il raddoppio dei collettori di scarico. Una situazione che rischia di danneggiare in maniera irreversibile l’Ecosistema Marino.

La petizione per salvare la Gaiola

In risposta a quando vi abbiamo raccontato, nei giorni che hanno seguito l’episodio, si è registrata una vera e propria mobilitazione di massa, con tanto di petizione di online ad opera del Coordinamento Tutela Mare (CTM).

Ricordiamo che il suddetto coordinamento coinvolge tutte le associazioni che si occupano della tutela dell’ambiente e, nello specifico: Fondazione Marevivo, WWF Napoli, Greenpeace Napoli, ASOIM Odv, Let’s Do It! Italy, CSI Gaiola Onlus, N’ Sea Yet, Vivara APS, Cleanap, Associazione Nemo, Associazione Domizia, One Sea Alliance, GEA ETS, Legambiente Città Flegrea e Oceanomare Delphis Onlus.

Ad oggi (23 maggio 2024) la petizione ha già superato il muro delle 5.000 firme, e il bilancio sembra destinato a crescere vertiginosamente.

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a cura di Simone Cerciello

 

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