Nel periodo estivo, soprattutto nella zona di Paestum, passeggiando in spiaggia si possono notare
dei cespugli verdi con magnifici e profumati fiori bianchi. Si tratta del Pancratium maritimum (oncrazio), noto anche come “giglio di mare” per il colore e la forma del suo fiore. Il termine Pancratium deriva dal greco pan (tutto) e kratos (forza) e significa “onnipotente”, ed è probabilmente dovuto alle supposte virtù medicinali un tempo estratte dalle piante.
È una specie diffusa su tutte le coste tirreniche e ioniche, isole comprese, e sulle quelle adriatiche, dal Salento alle Marche.
Appartiene alla famiglia delle Amaryllidaceae, ed è caratterizzata dalla presenza di un organo di riserva sotterraneo, un bulbo, da cui si sviluppa uno stelo che può raggiungere un’altezza di circa 50 cm. Le foglie hanno una caratteristica forma a spirale. Durante i mesi freddi la pianta attraversa un periodo di riposo completo perdendo tutta la porzione fuori terra, fusto e foglie, così da sparire completamente alla vista e resistere così alle temperature ed alle azioni aggressive invernali. Con l’approssimarsi dell’estate, le foglie ricompaiono e si verifica la fioritura.
I fiori sono bianchi, grandi e profumati e l’impollinazione è entomofila, cioè ad opera di insetti. I frutti sono capsule che al loro interno contengono dei semi di forma irregolare, ricoperti di uno strato nero spugnoso che li rende molto leggeri e ne permette il galleggiamento e la diffusione attraverso le correnti marine o il vento.
Il giglio di mare è di fondamentale importanza per la salvaguardia e la conservazione del paesaggio costiero, in quanto partecipa attivamente alla formazione e al mantenimento delle dune, poiché riesce a trattenere efficacemente la sabbia, impedendone la dispersione.
Negli ultimi decenni, tuttavia, la sua diffusione si sta rapidamente riducendo a causa della presenza, spesso troppo invasiva, dell’uomo, che sta drasticamente distruggendo le dune che rappresentano l’habitat naturale di questa pianta.
Per questo motivo, se incontrassimo qualche esemplare di questa utilissima specie, sarebbe utile limitarci a fotografarlo e respirarne il profumo, senza raccogliere i bulbi o danneggiare in alcun modo le piante.
Indice articolo
Video di Elisabetta Rota
Il Giglio di Mare , a cura di Elisabetta Rota