L’Earth Overshoot Day è la data in cui l’umanità ha consumato tutte le risorse naturali che il pianeta è in grado di rigenerare in un anno. Da quel giorno in poi, stiamo vivendo a debito ecologico, esaurendo foreste, acqua, suolo fertile e producendo più CO2 di quanta la Terra riesca ad assorbire. Quest’anno, l’Overshoot Day in Italia si è registrato il 6 maggio, a partire da oggi 7 maggio infatti, siamo in debito ecologico con la Terra!
Come viene calcolato?
Il calcolo si basa su dati forniti principalmente dal Global Footprint Network e combina due grandezze fondamentali:
1 – Biocapacità, cioè la capacità della Terra (o di un paese) di produrre risorse naturali rinnovabili e di assorbire i rifiuti (in particolare CO2) in un anno. Si misura in ettari globali (gha), un’unità che rappresenta un ettaro con una produttività media globale.
2 – Impronta Ecologica, è la quantità di risorse che gli esseri umani consumano (cibo, legname, energia, suolo per infrastrutture ecc.) e i rifiuti che generano, sempre espressa in ettari globali.
La formula base è:
Overshoot Day=(Impronta ecologica dell’umanitaˋBiocapacitaˋ del pianeta)×365
Il risultato indica in quale giorno dell’anno finiamo le risorse a disposizione.
La crisi dell’acqua dolce
Nel calcolo della biocapacità, l’acqua è implicata in vari flussi ecologici come:
• Irrigazione agricola (assorbe il 70% dei prelievi mondiali di acqua dolce);
• Usi industriali (raffreddamento, produzione ecc.);
• Consumo domestico;
• Ecosistemi naturali (fiumi, falde, zone umide).
Quando l’impronta ecologica supera la biocapacità infatti, una delle pressioni maggiori cade sulla risorsa idrica, che viene sfruttata oltre la sua rigenerazione naturale. L’acqua non è un indicatore a sé nel calcolo dell’Overshoot Day, ma ogni settore che consuma risorse ne è anche un utilizzatore massiccio come quello agricolo, industriale ed energetico (molti impianti termoelettrici e nucleari dipendono dall’acqua per il raffreddamento).
Tra le altre forme principali di stress idrico legato all’overshoot, abbiamo il prelievo eccessivo di falde, inquinamento delle acque, desalinizzazione come soluzione costosa e siccità e crisi climatiche. L’ India per esempio, è uno dei paesi con maggiore prelievo di falde acquifere del mondo, alcune regioni stanno letteralmente prosciugando le falde; questo causa calo di produttività agricola, migrazioni interne e tensioni sociali.
Le possibili soluzioni
• Agricoltura più efficiente: irrigazione a goccia, colture meno idroesigenti.
• Recupero e riutilizzo delle acque reflue.
• Riduzione dei consumi alimentari ad alta intensità idrica (es. carne bovina).
• Protezione degli ecosistemi acquatici per rigenerare cicli naturali.
• Adozione di tecnologie a basso consumo idrico nei settori industriali e domestici.
Altre risorse a rischio
Suolo fertile, circa il 33%dei suoli mondiali è degradato a causa dell’agricoltura intensiva, deforestazione e urbanizzazione che impoveriscono i suoli. Il suolo impiega migliaia di anni per rigenerarsi, ma lo stiamo perdendo in decenni.
Foreste, ogni anno scompaiono circa 10 milioni di ettari di foreste, le foreste sono importantissime perchè assorbono CO2, proteggendo la biodiversità e regolano i cicli dell’acqua. L’Amazzonia e la foresta del Congo sono in grave pericolo.
Risorse ittiche, oltre il 34% degli stock ittici mondiali è sovrasfruttato (FAO), le reti a strascico danneggiano i fondali e distruggono habitat marini; inoltre, anche l’inquinamento da plastica e microplastiche colpisce pesci e catene alimentari.
Minerali e metalli rari come Litio, Cobalto, Rame, Nichel, sono fondamentali per batterie, elettronica e transizione verde; l’estrazione è spesso concentrata in pochi paesi e causa conflitti ambientali e sociali (es. in Repubblica Democratica del Congo).
Biodiversità, la Terra sta attraversando la sesta estinzione di massa, circa un milione di specie ad oggi rischiano l’estinzione, gli insetti impollinatori come le api, sono essenziali per l’agricoltura ma sono in forte declino.
Ghiacciai e riserve di acqua naturali, i ghiacciai si stanno sciogliendo a ritmi senza precedenti, intere popolazioni (es. Himalaya,Ande) dipendono da queste riserve, la loro scomparsa mette a rischio l’approvvigionamento idrico e la sicurezza alimentare.
Speranza per l’umanità
In un’epoca segnata da crisi ambientali, cambiamenti climatici e collasso ecologico, è legittimo chiedersi se esista ancora speranza per l’umanità. La risposta è sì, ma non può essere una speranza passiva: deve trasformarsi in azione, consapevolezza e collaborazione globale. Possediamo già conoscenze e strumenti per invertire la rotta: oggi sappiamo quali risorse stiamo esaurendo e come intervenire.
Le soluzioni esistono — energie rinnovabili, economia circolare, agricoltura rigenerativa, riforestazione, riduzione degli sprechi, mobilità sostenibile — e vanno adottate con decisione. Alcuni Paesi e città stanno dimostrando che è possibile vivere entro i limiti del pianeta senza sacrificare il benessere. La Costa Rica, ad esempio, produce quasi il 100% della sua elettricità da fonti rinnovabili. Copenaghen e Oslo puntano a diventare carbon-neutral. Ovunque, progetti di recupero ambientale stanno restituendo vita a ecosistemi degradati e proteggendo specie minacciate. Non tutto è perduto: la speranza c’è, ma dipende dalle scelte che facciamo oggi.
Cosa possiamo fare noi: azioni quotidiane per ridurre l’impronta ecologica
Anche se la crisi ecologica è un problema globale, le nostre scelte quotidiane fanno la differenza. Ogni gesto, se moltiplicato per milioni di persone, contribuisce a spostare l’Earth Overshoot Day più avanti nel calendario.
1. Alimentazione sostenibile
• Riduci il consumo di carne e latticini, soprattutto di manzo (tra i cibi a maggiore impatto idrico e climatico).
• Privilegia alimenti locali, stagionali e biologici.
• Evita lo spreco alimentare: pianifica i pasti, conserva bene gli avanzi, riutilizza.
2. Risparmio idrico
• Chiudi il rubinetto mentre ti lavi i denti o fai la barba.
• Installa riduttori di flusso e docce a basso consumo.
• Raccogli l’acqua piovana per innaffiare le piante.
3. Consumo energetico responsabile
•Sostituisci lampadine con quelle a LED.
• Spegni gli elettrodomestici in standby.
• Se puoi, scegli energia da fonti rinnovabili (tramite fornitore o comunità energetiche).
4. Mobilità sostenibile
• Usa di più bici, mezzi pubblici o condividi l’auto.
• Cammina per brevi distanze.
• Riduci i voli aerei, specialmente quelli brevi.
5. Riduci, riusa, ricicla
• Evita gli oggetti usa e getta, soprattutto plastica.
• Ripara invece di buttare.
• Ricicla correttamente e informati sulle regole del tuo comune.
6. Acquisti consapevoli
• Acquista meno, ma meglio: scegli qualità, durabilità e prodotti etici.
• Evita il fast fashion e prediligi l’abbigliamento sostenibile.
• Compra sfuso e porta le tue borse riutilizzabili.
7. Educazione e condivisione
• Parla di questi temi con amici, colleghi e familiari.
• Partecipa a iniziative locali: gruppi di acquisto solidale, orti urbani, eventi ambientali.
• Fai sentire la tua voce con scelte politiche e civiche.
Per calcolare la tua impronta ecologica: Calcolatore dell’impronta ecologica | WWF SvizzeraWWF Schweizhttps.
