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Un’alimentazione sostenibile e l’approccio One Health

da Nadia Ovidio
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alimentazione sostenibile

Negli ultimi anni il tema dell’alimentazione sostenibile appare sempre di più al centro dei discorsi, soprattutto in riferimento a uno sviluppo sostenibile. Questo si promuove per garantire una buona qualità di vita a tutti noi e per lasciare un pianeta vivibile alle generazioni future. Tale approccio, considerando solo quest’ottica, può sicuramente risultare antropocentrico.  Per questo va considerata una visione olistica della questione, dando importanza al modello One Health.

I vantaggi dell’alimentazione sostenibile

L’alimentazione sostenibile influenza non solo la sfera sociale e culturale ed economica, ma anche ambientale e può dare un grande contributo alla tutela degli animali. La sostenibilità alimentare, infatti, si interseca con tutti questi ambiti, e per questo si può considerare come una sorta di sottodimensione della sostenibilità generale.

L’approccio One Health mette insieme essere umani, animali e ambiente, ritenendoli tre variabili che si influenzano a vicenda.  Anche il cambiamento climatico dipende dal nostro modo di mangiare. In che modo?

  • Disboscamento (per l’agricoltura e il pascolo)
  • Lavorazione industriale
  • Trasporti

Attraverso un ridimensionamento dei piaceri del palato, accedendo a una alimentazione sostenibile – ma non per questo rinunciando al gusto – si può garantire un maggior benessere collettivo. Questo tipo di scelta, oltre a contribuire a creare un ambiente più sano, garantisce anche un maggior benessere e salute fisica.

Il lato oscuro dell’alimentazione

Purtroppo non tutte le persone possono avere accesso a un’alimentazione sostenibile e sana, e la loro maggiore preoccupazione è invece cercare di raggiungere un fabbisogno calorico quotidiano, che gli permetta di sopravvivere per un altro giorno. Ricordiamoci che tali condizioni critiche sono conseguenze di politiche di oppressione e di etnocentrismo occidentale, per cui la spartizione delle risorse disponibile sul nostro pianete non è stata e non è equa. Per giunta, si sta abusando anche dell’eccesso di risorse che si ha a disposizione, tanto da poter parlare di Earth Overshoot Day.

L’inferno degli stock ittici

Uno dei  modi in cui si può contribuire a una maggiore giustizia sociale e salvaguardia del pianeta è proprio attraverso l’adesione a una alimentazione sostenibile. Il consumo di carne e di pesce è sempre più in crescita, così come cresce l’attività degli allevamenti intensivi e il numero degli animali reclusi in questi posti. A parte il rischio zoonosi (malattie infettive che si trasmettono dagli animali agli umani) che allarma sempre di più, un altro dato preoccupante è l’enorme quantità di acqua utilizzata e l’emissione di CO2 (14,5%).

Se verso gli allevamenti intensivi di carne vi è una maggiore consapevolezza, meno informazione, invece, vi è circa il funzionamento degli stock ittici. Questi causano enormi danni ambientali attraverso lo sversamento di prodotti chimici in mare e nei fiumi. Inoltre, una grande quantità di pesci allevati è destinata a diventare mangime per pesci considerati più “pregiati”. Altro dato allarmante è la diffusione di medicinali in mare aperto, che si diffonde attraverso gli escrementi lasciati dai pesci di allevamento.

I pesci di allevamento soffrono e spesso muoiono in modo brutale. Questi sono anche vittime di depressione, tanto che per evitare che smettano di nutrirsi, gli vengono somministrati degli antidepressivi. Vivono in degli spazi sovraffollati, pieni di parassiti e pidocchi, e ingeriscono grandi quantità di microplastiche. Per questo è importante informarsi sulla provenienza del prodotto che si vuole consumare.

Purtroppo, ancora oggi siamo vittime di una visione comune data da studi finanziati da diverse aziende, che ci inculcano l’idea che mangiare pesce sia essenziale per condurre uno stile di vita sano. In realtà, insieme al pesce, si assumono anche tanti antibiotici e coloranti utilizzati, ad esempio, sul salmone per dargli un colorito appetibile. Questo, certamente, non fa bene alla salute umana, né all’ambiente.

Come comportarsi?

Quale può essere, dunque, il contributo individuale che può portare a un cambiamento e rientrare negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU e l’Accordo di Parigi? 

  • Preferire prodotti vegetali e consumare piccole quantità di carne e pesce;
  • Scegliere proteine vegetali;
  • Ridurre gli sprechi alimentari;
  • Acquistare prodotti di stagione;
  • Prediligere prodotti locali;
  • Riutilizzare gli avanzi;
  • Evitare confezioni in plastica.

 

 

 

 

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