Home Eventi e Cultura Le tartarughe marine: tra curiosità, minacce e salvezza

Le tartarughe marine: tra curiosità, minacce e salvezza

da Davide De Stefano
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Si è tenuto presso il Centro Diving Punta Campanella a Marina Grande di Sorrento un incontro molto speciale dedicato alle tartarughe marine, organizzato per raccontare, sensibilizzare e trasmettere la bellezza di questi animali straordinari.

A prendere la parola per primo è stato Fabio Russo, biologo marino, che ha accompagnato i partecipanti in un viaggio affascinante tra curiosità e realtà, spesso dure, legate alla vita delle tartarughe.

Fabio ha raccontato che nel nostro Mediterraneo sono presenti tre specie principali di tartarughe marine: due sono specie occasionali, mentre una, la Caretta caretta, è nidificante sulle nostre coste. Tra tutte, la più imponente è la tartaruga liuto, che può raggiungere 2,5 metri di lunghezza e 500 chili di peso.

Un aspetto molto particolare riguarda la loro alimentazione: alcune specie si nutrono quasi esclusivamente di meduse, con una bocca specializzata proprio per trattenere prede molli in mare aperto. Ma vivere nel mare comporta anche sfide fisiologiche: le tartarughe hanno evoluto meccanismi straordinari per espellere il sale ingerito bevendo acqua marina.

Fabio ha voluto anche sottolineare quanto, fino a tempi recenti, la conoscenza e la protezione di questi animali fossero scarse: non era raro trovare ancora nel 2010 ricette per la zuppa di tartaruga marina su alcune imbarcazioni.

Ha raccontato un episodio personale particolarmente emozionante: nel 2023 ha avuto l’occasione di salvare una tartaruga trovata in difficoltà in mare. Un momento che gli ha fatto capire ancora di più quanto sia importante rispettare e difendere questi antichi abitanti degli oceani.

Infine, Fabio ha ricordato che il periodo migliore per avvistare tartarughe in natura è tra fine luglio e agosto, e ha invitato tutti a guardare il mare con occhi nuovi, più consapevoli e attenti.


 

A seguire, ha portato la sua testimonianza Domenico Sgambati, storico attivista della tutela marina, impegnato da quasi vent’anni nella salvaguardia delle tartarughe.

Domenico ha raccontato come nel 2007 abbia iniziato a lavorare al progetto europeo Tartone, che mirava a creare una rete nazionale di piccoli centri di recupero per tartarughe marine.

In Campania, in collaborazione con la Stazione Zoologica Anton Dohrn, ha saputo costruire qualcosa di speciale: una rete di pescatori, sensibilizzati e formati per recuperare e salvare le tartarughe catturate accidentalmente durante la pesca.

Non si è trattato solo di volantini o riunioni ufficiali: Domenico ha sottolineato quanto sia stato fondamentale instaurare rapporti personali con chi lavora ogni giorno in mare. Da pochi contatti iniziali si è arrivati a coinvolgere circa venti pescherecci, capaci oggi di recuperare oltre 40 tartarughe l’anno tra il Golfo di Napoli e il Golfo di Salerno.

Purtroppo la pesca a strascico, sebbene ancora praticata, rappresenta una grande minaccia per le tartarughe, che rischiano gravi danni polmonari e embolie. Ma grazie al lavoro dei centri di recupero e della rete di pescatori amici, oggi la mortalità si è ridotta a meno del 5%.

Sgambati ha anche ricordato momenti particolarmente emozionanti, come il salvataggio di un enorme maschio di tartaruga marina di oltre 90 kg, occasione che ha coinvolto tutta la comunità locale, dimostrando che il mare può unirechiunque scelga di difenderlo.


 

Conclusioni

L’incontro di Marina Grande ci ha regalato non solo informazioni preziose, ma anche emozioni vere e tanta speranza: la protezione delle tartarughe marine non è solo il compito di pochi esperti, ma una sfida collettiva.

Conoscere questi animali straordinari è il primo passo per imparare ad amarli e proteggerli.

Il mare ha bisogno di tutti noi.

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