Ricordate i misteriosi dischetti di plastica che invasero le nostre spiagge nei mesi scorsi? Ecco un interessante soluzione creativa.
I dischetti si trasformano adesso in spille in cui Laura Rovida ricama gabbiani e fenicotteri, così invece di essere gettati nella raccolta differenziata daranno direttamente vita a una filiera di economia circolare.
“Dopo averli raccolti, invece di buttarli però mi sono accorta, tenendoli in mano, che la struttura del dischetto era proprio quella dei tessuti garzati. Cioè i tessuti che si usano per fare ricami. Occupandomi di tessile da 17 anni mi è venuto naturale provare a ricamarci sopra con la seta”, dice ancora.
La mission del marchio Rovida è proprio questa: usare un telaio manuale, non produrre scarti di lavorazione e riassemblando i pochi in modo creativo.
I tessuti sono naturali e certificati, non vengono utilizzate sostanze nocive come coloranti cancerogeni o metalli pesanti.
Le spille di Rovida Design (il suo marchio) ovviamente sono ricamate in seta ecologica nel laboratorio di Capalbio Scalo e appena pronte saranno vendute e il 20 per cento del ricavato sosterrà un progetto di conservazione delle spiagge in collaborazione con le Oasi Wwf della Maremma.
L’inquinamento in mare
Uno dei mali della nostra epoca è rappresentato dall’inquinamento marino che distrugge la biodiversità, secondo uno studio realizzato dal World Economic Forum in collaborazione con la Ellen MacArthur Foundation, entro il 2050 gli oceani accoglieranno più plastica che pesci. Ma ognuno di noi può contribuire a far sì che questa catastrofica profezia non si avveri.
Come? Iniziando nell’essere consumatori più consapevoli.

Davide De Stefano è attivista presso l’associazione Fondalicampania Aps, dove riveste il ruolo di Presidente. “Passione e competenza sono la base di un percorso associativo sano e produttivo. Dedicare parte del nostro tempo alla cura del bene comune è fondamentale per promuovere una crescita collettiva e tutelare la nostra salute. Il rispetto delle idee altrui nasce dalla consapevolezza che apparteniamo tutti a un’unica grande Tribù Globale. Cooperare, dunque, è uno strumento essenziale per proteggere l’ecosistema di cui facciamo parte.”