Home Attualità ESCLUSIVA – Mistero delle mante mediterranee morte, LIFE European Sharks: “40 esemplari in un mese, facciamo chiarezza”

ESCLUSIVA – Mistero delle mante mediterranee morte, LIFE European Sharks: “40 esemplari in un mese, facciamo chiarezza”

da Simone Cerciello
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Manta mediterranea - mante mediterranee

Uno squalo a Castellammare di Stabia” annunciavano questa mattina alcune testate locali, ma la realtà si è poi rivelata ben diversa: le pinne visibili, infatti, appartenevano in verità ad una manta mediterranea. Sempre per rimanere in tema, nelle ore successive, per uno scherzo del destino ci siamo poi spostati a Mondragone, lì dove un altro esemplare di manta è arrivato a riva e, nonostante l’aiuto dei bagnanti, non è purtroppo riuscito a sopravvivere.  Se il primo episodio citato può indurre ilarità e far storcere il naso agli adepti del Fact Checking, ben altro scenario si cela dietro a quanto avvenuto sul litorale domitio. La triste fine del “diavolo di mare” è soltanto l’ultima di una lunga serie di decessi, un bilancio che oggi si attesta a circa 40 esemplari da inizio maggio.

Facciamo chiarezza sul fenomeno con LIFE European Sharks

Per far chiarezza su quanto sta accadendo nelle acque del mar Mediterraneo, in esclusiva, abbiamo raggiunto telefonicamente Eleonora de Sabata, portavoce del progetto LIFE European Sharks, una delle prime realtà impegnate nello studio di questo caso.

“Al momento non abbiamo idea di quanto sia vasto il fenomeno, non sappiamo ancora in che percentuale questa specie sia interessata, considerando che vive in alto mare. Quello che noi vediamo è solo una parte delle mobule (o mante mediterranee) che stanno male.  Penso che non sia un fenomeno che possa metterne a rischio l’esistenza, anche perché, in caso contrario, le avremmo veramente ovunque, considerando il numero attualmente esistente”. Questo quanto chiarito dalla giornalista e fotografa, che ha aggiunto poi: “Nel numero, parliamo però di qualcosa che è assolutamente fuori scala, 40 esemplari in un mese non lo si è mai visto, quindi qualcosa di anomalo c’è

Tornando al caso di oggi: “Attendiamo dei dati più chiari dalla necropsia di Mondragone, ma in Spagna non hanno trovato nulla di rilevante (dove si sono registrati alcuni casi). Quindi ad oggi non ci sono ipotesi. Sicuramente posso confermare che l’animale di Mondragone non aveva segni di maltrattamento e il suo stomaco era vuoto”.

Una moria di mante che arriva dalla Spagna

De Sabata chiarisce che il fenomeno non è però esclusivamente italiano: “I primi avvistamenti si sono registrati in Spagna, poi in Francia e Italia, quindi al Nord del Mediterraneo. Non sappiamo ancora se al Sud del Mediterraneo lo scenario è lo stesso, perché la comunicazione è un po’ più difficoltosa”.

Qual è la funzione di LIFE Euroepan Sharks

Ma perché LIFE Euroepan Sharks si è interessata di questa problematica? La risposta è facilmente intuibile nelle parole della sua portavoce: “Siamo un progetto europeo capitanato dalla Stazione Zoologica Anton Dohrn, con altri 9 partner provenienti da Italia, Francia e Croazia. Le attività sono molteplici, ma fondamentalmente cerchiamo di tutelare le specie protette attraverso corsi e incontri con Capitanerie e pescatori. Stiamo insomma cercando di convincere i pescatori a rilasciare queste specie quando erroneamente le pescano. Ad esempio all’Elba, di comune accordo con il comune di Capoliveri, siamo riusciti a creare delle piccole oasi per le aquile di mare. Nel caso specifico delle mante mediterranee siamo in contatto con i ricercatori spagnoli, che da inizio maggio ci segnalano questo fenomeno e nel frattempo abbiamo cercato di costruire una rete con la Guardia Costiera in caso di segnalazione”.

Come aiutare le mante in difficoltà: le direttive di LIFE European Sharks

In conclusione del nostro confronto con Eleonora de Sabata, vista la frequenza con la quale questi ritrovamenti si stanno verificando, abbiamo ritenuto opportuno chiedere un chiarimento su quali siano le pratiche da adottare in caso di emergenza: “Purtroppo la gestione di una mobula non è semplice e conosciuta come quella delle tartarughe, giusto per fare un esempio. Per ovviare a questo problema stiamo provando ad armonizzare i protocolli già presenti in Spagna e diffonderli ai veterinari italiani.

Sicuramente bisogna stare attenti alle ali, che sono molto muscolose e pericolose, ma meglio muoverle prendendole da lì e non per le appendici che hanno sulla testa. Evitare poi di “trascinarle“, dato che hanno le branchie sotto, meglio sarebbe se le si appoggiassero su un telo. La cosa importante è muoversi con cautela, avvertire le autorità, permettere l’intervento di personale competente e limitare, per quanto possibile, lo stress ad un animale non abituato ad essere circondato da persone e che naturalmente ha paura e sta male”.

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