Home In Evidenza Plastiche a mare, oltre 150 milioni di tonnellate, urge un cambio rotta

Plastiche a mare, oltre 150 milioni di tonnellate, urge un cambio rotta

da D. De Stefano
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Gennaio 2019: oltre 150 milioni di tonnellate di plastica in mare. Questo il “raccolto” che sarebbe possibile effettuare negli oceani del mondo. Entro il 2025, senza un’inversione di rotta decisa e repentina, per ogni tre tonnellate di pesce i nostri mari avranno una tonnellata di plastica.

Un’emergenza – quella della plastica in mare – non più procrastinabile che minaccia l’intero ecosistema e non risparmia il Mediterraneo. Il report 2018 del WWF parla chiaro: la plastica rappresenta il 95% dei rifiuti in mare, sui fondali e sulle coste del Mare Nostrum.

Qualcosa, finalmente, si muove per arginare un disastro ambientale fino ad oggi sottaciuto. L’Italia è in prima fila e lo dimostra il fatto sia stato il primo paese UE a introdurre nel 2019 il divieto di produzione e vendita dei cotton fioc con bastoncino di plastica. Misura marginale? Nient’affatto. L’indagine “Beach Litter 2018” di Legambiente dimostra il contrario: sulle nostre spiagge, ogni due metri di spiaggia, si trova un bastoncino per la pulizia delle orecchie costituendo l’8% del totale dei rifiuti. Il terzo rifiuto più numeroso, superato solo da pezzi di plastica tra i 2,5 e i 50 cm e dai tappi, sempre di plastica. Naturalmente.

Un quadro d’insieme? Ogni 100 metri di spiaggia in Italia ci sono 620 rifiuti, l’80% di questi è in plastica con quelli usa e getta che sono il 42% del totale. Un’enormità. E se i dati sul malessere delle nostre coste sono noti, è impossibile quantificare il numero di animali marini che muoiono per aver ingerito questi rifiuti. L’Italia sta lavorando inoltre al bando delle microplastiche (particelle di diametro inferiore ai 5mm presenti nei prodotti cosmetici) che finiscono nelle acque, vengono mangiate dai pesci e consequenzialmente finiscono nelle nostre tavole.

Spesso fanalino di coda in diversi settori, l’Italia si dimostra invece innovativa nella prevenzione ambientale. Già nel 2011 il nostro paese aveva bandito i sacchetti per la spesa non biodegradabili e ha fatto lo stesso nel 2018 per l’ortofrutta.

Si muove anche l’UE. Il Parlamento europeo ha approvato una proposta per vietare i prodotti in plastica usa e getta, proposta che ora dovrà essere negoziata con il Consiglio Ue. Se tutto andasse per il meglio, l’entrata in vigore sarebbe prevista per il 1 gennaio 2021.

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