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IL MARE ILLEGALE a cura di Luca Chiaravalle

da D. De Stefano
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Insomma , finite le vacanze, si sgretola l’attenzione. Gli stabilimenti balneari pian piano smontano le strutture e nel freschetto del clima settembrino, nello scenario di spiagge sedotte e abbandonate, si smaltiscono qua e la, attenti che nessuno li scorci,  i resti e i materiali serviti per gli allestimenti e le attività lucrative estive. Così come scemano i controlli che solo grazie alle più impegnate associazioni e a chi ha denunciato sul territorio, hanno potuto avere luogo e constatare le più improbabili indecenze per quanto riguarda i numerosi sversamenti illegali e scarichi abusivi, non di certo così impossibili da scovare.

Pian piano si ritorna alla normalità. Spenti i riflettori dell’ estate, dei sondaggi sui giornali, dei dossier e delle stesure di dati elaborati dalle più svariate compagnie ed associazioni, tutto ma proprio tutto può tornare a funzionare come si deve. Possono riprendere le attività del mattone illegale abbandonate nei mesi caldi, si possono riaprire i rubinetti delle acque infette, i depuratori possono riprendere a non funzionare e a non essere a norma, gli scarichi torneranno a provenire da case ed imprese abusive e quindi non allacciati alle fognature. Gli alberghi,  le abitazioni private, le piccole imprese, torneranno a sversare i residui industriali direttamente nei corsi d’ acqua.
Esagerazione? Macchè. SVEGLIA! E’ tutto vero.
Chi ha trascorso il Mese di Agosto a Napoli, sarebbe pronto a giurare di aver vissuto attimi di paradisiache emozioni e di paesaggi incantati proprio come nelle fiabe. Sappiamo tutti che i nostri luoghi non hanno bisogno di presentazione e fanno invidia al mondo. Napoli, la sua storia, i tesori vesuviani, le coste campane. Ma solo chi è vigile ed è sentitamente sensibile alla cura della propria terra sa che ciò che scriviamo qui oggi è tutta realtà.
Caro lettore, per convincerti che la tua terra va protetta, va amata, va ascoltata, non c’è bisogno che ti dica che per ogni chilometro di costa campana ci sono 4 infrazioni per un totale di 1837 nell’ ultimo anno. Mica occorre ricordare che il numero delle persone denunciate o arrestate è pari a 2104, o che i sequestri effettuati dalle forze dell’ ordine ammontano a 616 e che questo è solo l’ inizio? Tutto questo caro lettore, è frutto di impegno, sensibilizzazione, mobilitazione e amore per il prossimo e del territorio.
Legambiente ci fornisce i dati secondo il dossier annuale sulla Campania ”Mare mostrum”, mentre l’ Ansa, accende i riflettori sulle questioni abusivismo come continua e costante piaga in Campania.
Quella del mattone illegale è una questione che sta mettendo seriamente a rischio interi tratti della costiera Amalfitana, delle isole e dei territori Cilentani che se non tamponata con immediatezza ed efficacia, recheranno irrimediabili sconquassi di questi luoghi.
La Campania risulta essere al secondo posto, subito dopo la Sicilia, nella classifica del ciclo del cemento sul demanio marittimo con 388 reati accertati, 213 sequestri  ed altrettante persone denunciate e successivamente arrestate.
Lo sapevi che Su 151 agglomerati della Campania, a 108, viene contestata la non conformità ai dettami della direttiva comunitaria sulla depurazione e che secondo i calcoli del governo, questa inadeguatezza comporterebbe una multa di 21 MILIONI DI EURO L’ANNO ?? E allora perché continuare ad avallare queste scorrettezze, perché fare in modo che tutto continui così tristemente ad appartenerci? Caro lettore, per noi tutto questo non può e non deve continuare, per noi i riflettori restano accesi ogni giorno dell’ anno. Continueremo ad informarti, Continueranno le nostre lotte, le nostre campagne di sensibilizzazione e continueremo ad ascoltare chiunque abbia voglia ed impegno di raccontarci le sue idee e la sua voglia di trasmettere contenuti di crescita e di rispetto per la nostra terra, il nostro ambiente e le nostre acque. Non possiamo più concedere agli abitanti dei nostri luoghi di deturpare il nostro amato territorio e le nostre amate acque. Non possiamo più permettere che le nostre coste, le più invidiate al mondo, rischino di essere abbandonate dai turisti e il nostro mare maltrattato al punto da essere etichettato come un mare illegale. Caro lettore, non possiamo spegnere i riflettori e lasciarci uccidere da questo mare illegale. Si perché di questo mare, di queste acque malate, si muore.
 A cura di Luca Chiaravalle

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