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Polietilene: L’inquinamento del mare è una questione politica

da D. De Stefano
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Si stima che un semplice piatto di plastica(polietilene) immerso nel mare impieghi circa 1000 anni prima di essere degradato, in sostanza, considerando il boom della plastica risalente ai primi anni del secondo dopoguerra (anni 50), sono circa 60 anni che il mare si riempie di questo materiale…

Le conseguenze di questo inquinamento da plastica sulla razza umana non le conosciamo ancora, ma abbiamo informazioni piu precise per gli aspetti legati ai danni che la plastica puo’ recare ai pesci, infatti pare che diverse specie ittiche confondano la plastica per cibo e questo comporta la morte di migliaia di animali l’anno.

L’inquinamento da plastica interessa tutto il “pianeta mare”, ma nel mediterraneo il problema è particolarmente grave perchè essendo un mare chiuso, trattiene tutta la plastiche che proviene dai fiumi e dalle coste dell’Africa, dove non c’è nessun controllo.

Una risposta a questo problema potrebbe essere quella di migliorare la nostra politica eco-compatibile, in poche parole l’unico modo per arginare il problema è quello di ridurre la produzione di polietilene. Per alcune cose la plastica ci serve ancora ma per altre esistono gia da anni delle buone alternative, tra queste ricordiamo la bioplastica cioe’ un materiale che si ricava dalla lavorazione di materiale organico altamente biodegradabile come mais, frumento o altri cereali.

Attualmente le bioplastiche sono una parte marginale della produzione mondiale: circa un milione di tonnellate contro i 250 milioni di tonnellate di plastica tradizionale (cioè plastiche che si ottengono dalla lavorazione del petrolio).

Diversi laboratori scientifici in tutto il mondo, stanno testano nuove formule per la produzione di bioplastica, i tempi di degrado di questo nuovo materiale sono di circa 30 anni, a differenza della plastica tradizionale che come noto ne impiega 1000.

A questo punto non ci resta che aspettare fiduciosi che i governi di tutto il modo studino una soluzione per incentivare la produzione di plastica biodegradabile, il problema è contrastare i magnati dell’oro nero (petrolio), che dal buisiness della plastica traggono ingenti profitti ogni anno. Il percorso verso un cambiamento di rotta è lungo e difficile ma la comunità scientifica mondiale sostiene che sia fondamentale.

Nel frattempo ogni uno di noi può contribuire a tenere pulito l’ambiente tenendo a mente che anche un comune piatto o bicchiere di plastica o una bottiglia dimenticata distrattamente sulla spiaggia, finirà probabilmente in mare, e inquinerà per 1000 anni.
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